Lazio, Lalic sicuro: "Tudor azzererà le gerarchie"

L’ex compagno dell’Hajduk racconta il nuovo allenatore biancoceleste: "Appena capiranno  il suo metodo partirà la scalata in classifica"

Due anni di differenza, tre insieme da compagni di squadra all'Hajduk Spalato (dal 1995 al 1998), quando il giovane Igor si faceva spazio grazie al fisico e alla personalità d'acciaio. Pochi conoscono bene Tudor come Vik Lalic, ex calciatore croato, cresciuto con l'allenatore della Lazio e poi diventato collaboratore nel settore giovanile dello stesso club, una volta intrapresa la carriera da tecnico. «Chi non lo segue è fuori, rimetterà tutto in ordine»: le parole di Lalic, alla vigilia degli allenamenti del nuovo corso, sanno già d'avvertimento per la rosa.

Signor Lalic, Sarri si è dimesso e la Lazio ha puntato su Tudor. È la scelta giusta?
«Per il club è un vero colpo. Igor ha grande esperienza in Serie A, conosce tutto del calcio italiano. Sono sicuro che la sua mano si vedrà già dalle prime partite».

Parla a livello tattico o caratteriale?
«Sotto ogni aspetto. Appena i calciatori si abitueranno al suo metodo di lavoro e a recepire i suoi ordini, comincerà la scalata in classifica. La Lazio può fare bene in questo finale e ancora qualificarsi alle prossime competizioni europee».


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Hai giocato con lui per 3 anni all'Hajduk Spalato, qual è il tuo primo ricordo?
«Era un giovane difensore, ma stupiva già tutti per le qualità e soprattutto per l'approccio mentale. C'erano alcune partite in cui, nonostante l'età, era molto più tranquillo di tutti gli altri giocatori. Fin da subito si è capito di che pasta fosse».

È un tipo così duro come sembra?
«Una persona eccezionale, sempre pronto ad aiutare chi gli è vicino, a dedicarsi con tutto sé stesso alle persone e ai giocatori a cui tiene. Se vede che i calciatori lo seguono e danno il massimo in allenamento, allora farà qualsiasi cosa per loro, cercherà di sostenerli e di farli crescere. Ma sarà dura per coloro che non hanno voglia di lavorare o non sono pronti a sacrificarsi per la squadra. Loro spariranno molto presto dai radar...».

Gerarchie azzerate, quindi?
«Tudor ha la capacità di riconoscere i giocatori meno disposti al sacrificio, a quel punto non gli interessa più che siano grandi nomi oppure ragazzi della Primavera. Con lui esiste soltanto una gerarchia: quella del lavoro e dell'obbedienza. Se non c'è ordine all'interno dello spogliatoio, impiegherà poco tempo per rimettere a posto la situazione».


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Che tecnico devono aspettarsi i tifosi?
«Uno che farà di tutto per far tornare la Lazio ai vertici. I tifosi biancocelesti possono essere contenti, Tudor penserà soltanto alla Lazio e lo farà 24 ore su 24».

Secondo lei ci sarà un passaggio immediato dal 4-3-3 al 3-4-2-1? Il suo modulo preferito non è lo stesso di Sarri.
«Tudor è un tattico eccezionale. La cosa più importante sarà mettere i giocatori al posto giusto al momento giusto. In testa ha diverse idee, ma già immagina come giocherà la sua Lazio. Tutto dipenderà dalle caratteristiche della rosa e dalla qualità degli interpreti nelle varie posizioni. Comunque è in grado di far giocare la squadra con diversi moduli, non solo con uno».

Le ha detto qualcosa negli ultimi giorni?
«Non ci siamo più sentiti da quando ha trovato l'accordo con la Lazio, però presto verrò a vedere una partita e anche qualche allenamento a Formello. Da lui si può sempre imparare molto».


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Due anni di differenza, tre insieme da compagni di squadra all'Hajduk Spalato (dal 1995 al 1998), quando il giovane Igor si faceva spazio grazie al fisico e alla personalità d'acciaio. Pochi conoscono bene Tudor come Vik Lalic, ex calciatore croato, cresciuto con l'allenatore della Lazio e poi diventato collaboratore nel settore giovanile dello stesso club, una volta intrapresa la carriera da tecnico. «Chi non lo segue è fuori, rimetterà tutto in ordine»: le parole di Lalic, alla vigilia degli allenamenti del nuovo corso, sanno già d'avvertimento per la rosa.

Signor Lalic, Sarri si è dimesso e la Lazio ha puntato su Tudor. È la scelta giusta?
«Per il club è un vero colpo. Igor ha grande esperienza in Serie A, conosce tutto del calcio italiano. Sono sicuro che la sua mano si vedrà già dalle prime partite».

Parla a livello tattico o caratteriale?
«Sotto ogni aspetto. Appena i calciatori si abitueranno al suo metodo di lavoro e a recepire i suoi ordini, comincerà la scalata in classifica. La Lazio può fare bene in questo finale e ancora qualificarsi alle prossime competizioni europee».


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