Pagina 0 | Tudor alla prova rinnovo di contratto con la Lazio: Lotito studia le mosse

ROMA - Ha preso la Lazio in un clima di grande depressione, non che oggi si respiri grande euforia, ma l’aria è meno pesante. Igor Tudor ci ha messo tanto impegno, tanta audacia, tanto azzardo. E’ arrivato all’ultima vigilia di campionato, domani vivrà l’undicesima partita da allenatore della Lazio (la 9ª in A), con in tasca l’Europa League (manca un punto) e la conferma del diesse Fabiani. Assetato di orgoglio, spesso nelle ultime due settimane ha rivendicato il lavoro fatto, la rivoluzione intrapresa, i punti conquistati (17 su 24). Ha percepito consenso e dissenso nell’ambiente, gli indici di approvazione e disapprovazione sono oscillanti e dalle sue reazioni s’intuisce che s’aspettava un giudizio di piazza diverso, più indiscusso. La Champions è un rimpianto nell’anno in cui possono valere sei posti, soprattutto arrivando settimi, ma a Tudor va dato atto che non era semplice raccogliere l’eredità tossica che ha raccolto, avviare la ricostruzione mentre volavano stracci di ogni tipo, in mezzo alla stagione, alle rovine e al vortice di casi, conflitti e sconfitte che agitava Formello. Un giudizio su tutti pesa, è quello della società. Lotito e Fabiani l’hanno scelto evitando di affidare la Lazio ad un traghettatore e con lui proseguiranno. Hanno colto segnali controversi in questi due mesi, di progressi e di rottura, in campo e nello spogliatoio (sempre ribelle). Con Tudor si è vista una nuova indole, un nuovo temperamento. Hanno fatto pensare alcune esclusioni e la gestione finale di alcune partite (Juve in Coppa Italia, Monza e Inter). Ma non può essere tempo di nuovi ribaltoni. Lotito e Fabiani sperano che la scelta paghi ancora di più l’anno prossimo.


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Il vertice

A campionato finito, tecnico e diesse si riuniranno per definire i piani di mercato. Gli identikit li traccia il tecnico, ai nomi ci pensa la società, è stato così con Sarri, sarà così con Tudor. Non servirà solo un piano condiviso sui rinforzi, anche sui giocatori rimasti ai margini, in parte riabilitati (è il caso di Rovella, non quello di Isaksen). Non tutti possono partire e ci sono investimenti che non possono essere bruciati. Agli ambiti tecnici si associa il tema di contratto. Tudor è in scadenza nel 2025 e la società è chiamata ad una scelta. Senza rinnovo il rischio è indebolire la sua posizione agli occhi di uno spogliatoio che s’imbizzarrisce facilmente. Con il rinnovo il rischio è restare prigionieri di un accordo senza avere certezze sul futuro. La Lazio e il manager di Tudor, l’ex biancoceleste Anthony Seric, avrebbero già iniziato ad affrontare il tema contratto. Nelle prossime settimane potrebbe essere approfondito. Una soluzione al vaglio, per evitare che il tecnico parta in scadenza, è discutere l’inserimento di una clausola di salvaguardia che permetterebbe alla società di rinnovare cautelandosi. Era stata proposta anche a Sarri prima del rinnovo, il tecnico la rifiutò. Alla fine si firmò un triennale nel 2022 e un anno e mezzo dopo è scoppiata la crisi. Solo le dimissioni hanno sollevato Lotito dall’obbligo dell’esonero o dalla convivenza forzata. L’alternativa, con Tudor, è rinviare il tema contratto per affrontarlo a stagione in corso, valutando il percorso, ma sottoponendo tutti continuamente a test di fedeltà.  


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