Lazio, Baroni chiama Castellanos: il piano "part time" per il rientro del Taty

La società spera che torni decisivo in vista di derby con la Roma e il ritorno con il Bodo
Daniele Rindone
4 min

Sessanta minuti nel derby, 90 col Bodo. Questa è la forma del rientro di Castellanos, ma nella sostanza cosa e quanto può dare? Baroni giovedì ha confermato che lo farà partire titolare dopo il rodaggio in Norvegia, sul campo-trappola, con temperatura sotto lo zero. Era un Taty inconsistente, non ha dato nemmeno l’illusione che ci fosse. Allo shock, alla convalescenza, alle paure che l’hanno inibito dopo due stiramenti di fila s’è aggiunta la serata sbagliata, l’ingresso in una partita segnata, dentro una Lazio con la fiamma svampata dopo l’impresa di Bergamo. Ventisei minuti più 3 di recupero, questo il minutaggio concesso da Baroni. E’ stata una prima riattivazione. I rischi corsi col Plzen al ritorno, quando Taty ripartì titolare dopo il primo stiramento, si sono evitati. Fu lanciato dal primo minuto, ne giocò poco meno di 70. Nell’intervallo, così racconta Baroni, il giocatore chiese di giocare una decina di minuti in più. Li ha pagati tutti. Finì ko il giorno dopo, fece strap il polpaccio, in precedenza l’adduttore sinistro. 

Lazio, come sta Castellanos

S’è visto a Bodø come sta Taty. Si può sperare, ma è difficile credere che domani si presenterà in campo con forze nuove, una baldanza e una gagliardia diversi. E’ difficile immaginare una condizione peggiore di quella vista giovedì, ci vuole molta fantasia per immaginarne una di molto migliore. Ma il derby è il miglior corroborante, trasmette adrenalina, fa metamorfosare. Se lo augurano Baroni e tutto il mondo Lazio. La mossa di lanciarlo da titolare è dovuta al vuoto che s’è creato davanti, una voragine nel centroarea. Noslin, Tchaouna, Dia, Pedro, nessuno è riuscito a garantire colpi. Taty lo stava facendo a inizio febbraio, era in fase di decollo dopo i due gol di fila contro Monza e Cagliari, si sentiva vicino al top. Il suo stop ha provocato uno smarrimento, uno smottamento nel 4-2-3-1, non solo una perdita. Quella del centravanti più adatto a ricoprire il ruolo per come lo intende Baroni in questo sistema di gioco. Era un Taty diverso, meno innamorato del colpo a effetto, più concentrato sul colpo da realizzare. Nel momento topico, tra derby e ritorno dei quarti, all’argentino si chiede uno sforzo, deve andare oltre il suo attuale stato di forma. In campionato ha saltato sei partite, quattro volte out, due volte in panchina. S’era fatto male il 15 febbraio e poi il 6 marzo. Siamo al 12 aprile e da qui in poi, facendo gli scongiuri, Taty conta di aiutare la Lazio. Bravo ad orbitare da boa, soprattutto spietato perché i gol ora contano più di tutto.

Alla Lazio mancano gli assi: due partite per tornare al meglio

La Lazio avrebbe bisogno di riprendersi i suoi tesori, di ritrovare tutti i suoi assi. Castellanos è il primo, Tavares s’è perso, Guendouzi ha perso continuità in vitalità e foga, non è un robot. Rovella ha avuto un calo, s’è ripreso a Bergamo. Gioca e non gioca, ha dovuto scontare squalifiche. In difesa ci sono defaillances. Dia stesso è in crisi da più di un mese. Baroni conta di riassociare lui e Taty, gli amici geniali dei primi mesi. In coppia hanno dato il meglio, separati hanno incontrato difficoltà. Quando è mancato l’uno o l’altro non s’è mai più rivisto quel gioco d’intesa che aveva fatto le fortune della prima Lazio, la più bella, la più immarcabile, ingiocabile, con quel po’ di poesia che l’aveva resa sorprendente. 

 

 


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