© LAPRESSE Pagina 1 | Il sarrismo senza il guanciale
Prendiamo un esempio dalla culinaria: si può fare l’amatriciana senza avere né guanciale, né pecorino? E parallelamente: è possibile praticare il sarrismo senza palleggiatori, né rifinitori? Riposta facile. Che persino un talebano del pensiero come l’allenatore toscano pare sul punto di accettare. La sua Lazio aveva interpreti chic come Luis Alberto e Felipe Anderson, capaci di elevare il tasso tecnico anche dei compagni di squadra. Al loro posto troviamo oggi Dele-Bashiru e Cancellieri, e qui potrebbe chiudersi il discorso. Se non fosse che anche il Comandante sta facendo forza su sé stesso per convincersi a cambiare spartito. Deve avere sofferto assai, a Como, nel vedere applicare i suoi principi da una squadra che però non era la sua. Da stropicciarsi gli occhi l’abilità e la velocità d’esecuzione dei ragazzini di Fabregas, giovani, per lo più sconosciuti, compattati dall’ex allievo di Sarri in tempi strettissimi, come se giocassero insieme da anni (16 in campo, neanche un italiano; ha ragione il nostro direttore: dove va a pescare il povero Gattuso?). Il sarrismo di Fabregas ha sorpreso e annichilito una Lazio incapace non solo di interpretarlo ma anche di contrastarlo.