Milan, con la Juve la cartina di tornasole

Milan, con la Juve la cartina di tornasole© EPA
Xavier Jacobelli
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Una cartina di tornasole. Ecco che cosa sarà domani Milan-Juve, appuntamento imperdibile per Pioli e per Allegri, giunti all’incrocio di San Siro proveniendo da due opposte direzioni. Il tonfo dei campioni d’Italia a Londra è stato fragoroso, soprattutto perché inatteso, nella forma del risultato e nella sostanza della peggior prestazione da tre anni a questa parte. Il secondo successo dei bianconeri in 72 ore è stato decisamente corroborante per una squadra che in campionato era tornata a vincere dopo la magra fi gura rimediata a Monza prima della sosta e, in Champions, aveva perso le prime due gare della fase a gironi, evento senza precedenti nella sua storia europea. Il Milan a Londra ha pagato a caro prezzo l’indisponibilità dei suoi punti di riferimento, da Theo a Calabria a Saelemaekers; l’aff aticamento dello stakanovista Giroud che, a 36 anni, non può giocare ogni tre giorni; la serata no della difesa che ha incassato tre gol nel giro di 37 minuti; l’inconcludenza di Leao, servito poco e male.

La Juve, per contro, ha riscoperto Rabiot e Di Maria nella sera in cui era obbligata a vincere per non perdere ogni speranza di qualifi carsi, anche se il pareggio fra Benfi ca e Psg non è stato esattamente il miglior risultato auspicato dai bianconeri, ora a quattro lunghezze dalla coppia di testa nel girone. Buffo, il calcio: Rabiot è rimasto con le valigie in mano praticamente sino agli ultimi scampoli di mercato e, se Madame Veronique non avesse fatto saltare la trattativa con il Manchester United, il fi glio non avrebbe mai scoperto di avere un presente e un futuro nella Juve. «In Italia parlate solo dei gol, ma in una partita ci sono anche tante altre cose», ha punzecchiato l’ex Psg. Come no? Ammetterà però, Rabiot, che se lui segna due dei tre gol grazie ai quali la Juve torna a vincere in Champions League dopo dieci mesi i tifosi siano più felici della sua doppietta e non del numero di palloni recuperati. Anche perché, non essendo un bomber, di ruolo, prima del Maccabi il francese aveva realizzato soltanto 6 reti nelle 134 partite disputate in bianconero. Transeat.

Pensando a domani, il vero motivo di rammarico per Allegri e di sollievo per Pioli è l’assenza dell’Angelo custode argentino, espulso a Monza, squalifi - cato per due giornate, spettatore forzato a San Siro. Dopo il gol segnato al Sassuolo nella prima di campionato, l’infortunio, il lungo stop, la gomitata a Izzo, la domanda del giorno alla Continassa era: ma quando Di Maria farà il Di Maria? La notte dei tre assist (sono diventati 35 in Champions, eguagliato Messi) e la prova sontuosa che li ha contornati hanno risposto al quesito, fugando pure le malignità sul campione con la testa rivolta più al Qatar che al suo club. Siamo soltanto alla vigilia della nona giornata, eppure Milan-Juve vale già molto più di quanto non potesse sembrare all’inizio del torneo, stante la sua collocazione nel calendario. Occhio alla cartina di tornasole. Di solito non mente

 


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