Milan, non è solo colpa di Pioli

Leggi il commento sul difficile momento dei campioni d'Italia, reduci da due sconfitte di fila in campionato arrivate dopo il ko nel derby di Supercoppa contro l'Inter
Milan, non è solo colpa di Pioli© LAPRESSE
Alberto Polverosi
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Parlando della partita di San Siro è giusto cominciare dal Sassuolo, squadra che, in profonda crisi, non aveva mai vinto nelle precedenti 7 partite, ne aveva perse 6, un solo pareggio ed era finita al quart’ultimo posto. Poi, d’improvviso, 5 gol al Milan, il rilancio in grande stile di Berardi, la conferma ad alti livelli di Frattesi e la certezza delle idee di Dionisi. Una squadra risanata in 90 minuti. 

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La cinquina del Sassuolo che ha schiantato il Milan

Ma la cinquina con cui il Sassuolo ha schiantato il Milan apre definitivamente la crisi dei campioni d’Italia. Dall’87’ di Milan-Roma (gol di Ibañez), i rossoneri hanno subìto 17 gol in 483 minuti di gare ufficiali, uno ogni 28 minuti. Sono stati battuti dal Torino in Coppa Italia, sbriciolati dall’Inter in Supercoppa e annientati dalla Lazio e ora dal Sassuolo in campionato. Dall’inizio dell’anno, in 7 partite il Milan ha contato 18 reti nella sua porta, quante nessun’altra squadra nei 5 più importanti campionati d’Europa. È una crisi spaventosa ma che nemmeno numeri così terrificanti rendono completa. Basta vedere come sono arrivati i 5 gol di ieri: in tutti i modi possibili e immaginabili. Perdendo palla in mezzo senza reagire (primo e quinto gol, imbarazzante il fermo-immagine su Hernandez che resta impalato, a braccia larghe, mentre Berardi scappa via col pallone che gli ha appena soffiato), su calcio d’angolo, con azioni verticali senza che scatti il sistema difensivo. Non c’è stata reazione, non c’è stato orgoglio, una squadra arrendevole, fragile dentro, incapace di qualunque risposta. Prendere 5 gol a San Siro è una umiliazione. Quando Pioli riguarderà la partita in tv, sarà ancora più perplesso, più preoccupato e più amareggiato di quanto lo era a fine gara.

Milan, non è solo colpa di Pioli

Già, Pioli. Dito puntato sull’allenatore, come si usa in questi casi. E magari è pure giusto: se l’anno scorso è stato l’artefice dello scudetto, adesso è per forza l’artefice del disastro. Ma quello che sta succedendo al Milan va anche oltre le responsabilità dirette del tecnico. Ci sono due possibilità: o a Milanello è scoppiato il finimondo, visto che in campo ognuno va per conto suo e il senso di squadra che aveva portato i rossoneri allo scudetto è un pio ricordo, oppure durante la sosta del Mondiale è stata sbagliata la preparazione. A queste due possibilità si aggiungono altri motivi evidenti: Tatarusanu non è Maignan (sai che scoperta...), dal mondiale qatariota Hernandez è tornato a pezzi, Tomori ha finito di fare i miracoli, De Ketelaere è il peggior acquisto della Serie A se si considerano prezzo e aspettative, Leao non è cresciuto come in tanti ci aspettavamo. Ora il Milan ha una sola via d’uscita: vincere il derby.


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