Occhio al Milan, la Torre di Babele dove tutti parlano già lo stesso calcio

Con Calabria unico italiano schierato inizialmente da Pioli, i rossoneri sono passati a Bologna grazie a un gioco a tratti spettacolare, esaltato da Pulisic e Giroud.
Occhio al Milan, la Torre di Babele dove tutti parlano già lo stesso calcio© Getty Images
Xavier Jacobelli
2 min

Se Calabria non fosse stato schierato dal primo minuto, a Bologna, per la seconda volta nei suoi 123 anni di storia, sarebbe andato in campo un Milan tutto straniero. Il rilievo s'impone perché la netta vittoria sui rossoblù, indeboliti dalle partenze di Arnautovic e Schouten, è scaturita dalla Torre di Babele del Diavolo dove, però, tutti parlano già lo stesso calcio. Tre francesi, un tedesco, un olandese, un americano, due inglesi, un portoghese, un bosniaco e il ventiseienne capitano bresciano, rossonero da quando aveva undici anni: con le sue scelte iniziali, Pioli ha cominciato a costruire la squadra nuova che, al Dall'Ara ha visto subito in campo tre dei nuovi acquisti. Loftus-Cheek ha fatto il suo, Pulisic si è esaltato con quel gol degno del raffinato repertorio del capitano degli Stati Uniti. E poi Reijnders, sempre più padrone del centrocampo.

Il primo tempo è stato netto appannaggio del Milan che, nonostante il brivido iniziale della traversa colpita da Lykogiannis, in venti minuti ha fulminato il Bologna, prima con Giroud e poi con Pulisic. Nella ripresa, l'ingresso di Orsolini ha vivacizzato i rossoblù, ma al centro dell'attacco Arnautovic non c'è più e si vede. A metà della ripresa, Pioli ha cambiato quasi mezza squadra: Okafor per Giroud, Pobega per Loftus-Cheek, Chukwueze per Pulisic, Kalulu per Calabria. D'altra parte, a più riprese l'allenatore ha riaffermato il concetto dei ventidue titolari a sua disposizione e ha cominciato subito a metterlo in pratica. Il palo colpito da Leao nel finale, dopo una delle sue irresistibili progressioni, ha sigillato la vittoria del MIlan, che ha cominciato nel modo giusto. Farà strada.


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