Pessina esclusivo: “Monza, sono il tuo De Rossi”

Intervista esclusiva al centrocampista brianzolo, leader della squadra della sua città
Adriano Ancona
5 min

Cuore di capitano. Come nel migliore romanzo di sentimenti, passionale e coinvolgente. Permeato di motivazioni, naturali e spontanee, nel caso di un professore del centrocampo già campione d’Europa. E ben sintonizzato sul Monza, la squadra della sua città. Matteo Pessina è il leader che tutti vorrebbero avere. L’arrivo in Brianza della Roma, dopodomani, non può che accendere il furore di un Monza fortemente abilitato a sognare. Oltre che in cerca della terza vittoria consecutiva. L’entusiasmo è sempre il carburante più efficace, a queste latitudini. Soprattutto con la formula-Palladino, un’inesauribile distribuzione di idee da un allenatore superlativo, che produce materiale per stare a metà classifica. Il cielo rovescia acqua, ma la primavera del Monza è già arrivata. Semmai piovono conferme. S’intrecciano contenuti dentro i grandi risultati. Con punte di romanticherie, nel momento in cui a fine allenamento vediamo Daniel Maldini infilarsi in auto al riparo dal maltempo: Galliani e le sue sottolineature mettono al primo posto quell’attitudine a fare calcio nel modo più genuino e organizzato. La vittoria di Salerno gli ha dato l’occasione per attraversare, idealmente, anche una carriera dirigenziale: hanno segnato Maldini, nato a Milano e cresciuto nel Milan, più appunto Pessina che è nato a Monza e trascina una squadra che sente sua. Il capitano ci aspetta con quel sorriso da bravo ragazzo e molto da raccontare. Negli uffici dominano le gigantografie di questi anni d’oro del Monza, parlano le immagini e sembrano un esplicito invito a riavvolgere il nastro. Di una stagione e mezzo, nel senso che proprio Pessina ha segnato il primo gol italiano nella gestione Palladino a ottobre del 2022. Come a voler dare altro senso logico a un percorso dorato fin da principio. «Dobbiamo tutto a lui, è un grande allenatore che ha toccato le corde giuste e conosce il calcio moderno: Palladino farà una carriera straordinaria, ne sono certo».
Pessina, questo Monza che viaggia spedito è un messaggio forte e chiaro da lanciare alla Roma?
«Noi giochiamo sempre per vincere, ma a volte anche i pareggi danno continuità: l’importante è non interrompere la striscia. La Roma è davvero in forma, può lottare per un posto in Champions: sabato sarà una bella sfida anche per noi, di altissimo livello. Poi battere una grande squadra come il Milan ci ha dato un ottimo slancio».
L’incrocio con De Rossi è anche una miscela di ricordi a tinte azzurre, dall’Olimpico a Wembley.
«L’Europeo di tre anni fa è un passaggio indelebile nella mia carriera: Daniele faceva parte dello staff in Nazionale e ci è stato molto vicino. Aiutava a fare gruppo, determinante come Vialli. Anche con noi giovani, perché ha creato maggior attaccamento. Non avevo dubbi che potesse fare bene nella Roma».
E in campo Pessina, capocannoniere del Monza nel 2024, è un po’ il De Rossi dei giorni nostri?
«Mi rivedo molto in lui per la mentalità: Daniele era un giocatore intelligente, sempre con l’obiettivo di mettere la squadra davanti a tutto. Questo ci accomuna, e mi piaceva molto quando da piccolo lo vedevo giocare. Non si è mai voluto prendere copertine».
L’ambizione al potere: da un anno e mezzo il Monza ha fatto irruzione a ridosso delle big.
«Il merito principale è sempre di Palladino, che ci ha fatto trovare una solidità di squadra. Un allenatore innovativo, ha introdotto novità e ce le ha spiegate: sa dove mettere più attenzione e conosce i giovani. Traducendo tutto in un tipo di calcio da risultati immediati, che ci ha portati finora all’undicesimo posto. Col mister ho un bel rapporto dai tempi in cui giocavamo insieme allo Spezia: dividevamo la camera in ritiro, è sempre stato un ragazzo impeccabile».
Galliani cosa vi dice?
«Ha sempre una parola d’appoggio, è la persona più importante qui dentro. È un piacere e un onore poterci confrontare con lui quando viene a Monzello o durante i viaggi. Il fatto che abbia ancora questa forza, nonostante una carriera piena di scudetti e Champions League, ci fa capire molto. E sa trasmettere serenità anche adesso che al Monza mancano pochi punti per ottenere la salvezza».
A proposito, è vero che in viaggio Pessina diventa quasi inavvicinabile?
«Devo studiare, ogni momento è quello buono. Con la Luiss di Roma seguo un percorso universitario specifico per gli atleti che è molto interessante, io sono impegnato in Economia e Management. Loro mettono a disposizione i tutor, non ci sono corsie preferenziali. Come me stanno studiando anche Gagliardini, Bove e Cristante. Tra gli altri sportivi ci sono Tortu e Tamberi. Io cerco di fare un paio di esami ogni tre mesi, sui tempi c’è flessibilità. Penso di poter terminare entro due-tre anni».


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