Ha parlato con il giornalista dopo la pubblicazione?
«No, ho evitato. Anche perché ero stato molto chiaro prima, quando ci siamo sentiti. Lui mi voleva spronare a fare un’intervista dicendo “Guarda che se il giocatore non vuole andare a Napoli, dopo il mio articolo sicuramente non ci andrà”. Gli ho risposto: “È il tuo modo di fare giornalismo? Fai il giornalista con le minacce di quello che i tuoi articoli possono generare?”. Probabilmente il suo editore l’ha supportato perché cercavano un pezzo ad effetto. Hanno sbagliato totalmente dando credito a delle voci del loro corridoio solo perché faceva loro comodo».
Come si è trovato Younes a Napoli?
«Ci sono stati solo episodi di affetto. Era contento, si è stupito dell’accoglienza dei tifosi che lo hanno riconosciuto e che gli hanno dimostrato il loro calore pur non avendo ancora vestito la maglia del Napoli. In pizzeria lo hanno subito accolto come uno di loro facendogli fare anche una pizza. Napoli è uno dei posti migliori dove un calciatore possa esercitare la sua professione. E’ una città che ti fa innamorare. Anche un ex compagno come Milik gli aveva parlato benissimo della società. La città non merita questi aggettivi forti, come per esempio “degradata”».
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