Non crede che sia sempre più urgente la necessità di una dichiarazione di Amin?
«A gennaio ha motivato con ragioni personali il fatto di non voler giocare subito in Serie A e non ci sono nuovi elementi. Gli ho suggerito di parlare, ma il giocatore sceglie di comportarsi a livello mediatico come crede. Preferisce mantenere la linea del silenzio, rispettiamo la sua volontà. Invece io preferisco parlare perché è un atto dovuto nei confronti di una società serissima e di una città splendida che vengono dipinte come non sono».
Cosa succederà in estate?
«Amin ha firmato un contratto quinquennale e sarà presente al raduno e nel ritiro di Dimaro, non ho dubbi. Pensare adesso che lui non venga è un’ipotesi surreale. Perché non dovrebbe voler venire in una realtà così bella che propone un calcio spettacolare? L’articolo di oggi è un tentativo di farsi pubblicità facendo un po’ di rumore. Le manovre di disturbo delle altre società non c’entrano: i club interessati hanno fatto le loro verifiche dopo che ha scelto di non andare subito al Napoli ma ho spiegato loro che la situazione era molto chiara. Chi non passa da me e fa dei tentativi con il ragazzo perde solo del tempo. Chi lo ha incontrato a Napoli in quei giorni ha visto un ragazzo felice di essere lì».