Roma-Napoli è una ferita aperta
L’ORDINE - Roma-Napoli è una ferita che si è aperta e sanguina ancora, richiede interventi immediati, senza indugi, perché è la natura stessa della partita a spingere alla rifl essione: ventotto minuti vuoti, sino al rigore parato da Meret, poi diciassette, quelli fino al riposo, in cui vengono costruite sette conclusioni, tra cui quelle della traversa-palo in polacco, frutto dello stacco di Milik e della rasoiata dal limite di Zielinski. Ma è una reazione a strappi, compare e sparisce, e poi c’è l’esito finale, la classifica che preoccupa, gli obiettivi che sfumano e questa condizione di distacco di alcuni che riconduce al marzo del 2015, quando, dopo la sconfitta in coppa Italia con la Lazio, ci fu De Laurentiis a condire le proprie considerazioni sulla «città tentatrice», optando per un periodo a Castel Volturno.