Napoli, Gattuso non può fallire contro il Parma

Dopo aver battuto lo Spezia in Coppa Italia, l’allenatore affronta al Maradona un altro appuntamento dove non può sbagliare nulla
Napoli, Gattuso non può fallire contro il Parma© LAPRESSE
Antonio Giordano
3 min

Sembra una partita, una normalissima ora e mezza di calcio, e invece dentro questa serata torbida, si nasconde il futuro. Tra le ombre di questo mese e mezzo, il Napoli deve scoprire se stesso, la sua natura di squadra e anche l’ampiezza di crepe che esistono, si vedono e semmai si avvertono: sono state occultate, per qualche notte, da una vittoria semplicissima e anche annunciata contro lo Spezia, in Coppa Italia, ma quell’atmosfera strana, da dentro o fuori, è percepibile. Napoli-Parma è diventata il crocevia di questo anno così ricco di contraddizioni, vissuto da Gattuso tra giornate vibranti ed altre malinconiche: c’è ancora, nell’aria «greve», l’eco della sconfitta di Verona, la sesta in campionato e l’ottava stagionale, e però basta poco, per esempio questi novanta minuti, per adagiare la polvere di nuovo sotto al tappeto e provare a guardare oltre, all’Atalanta che poi arriverà mercoledì, ad un mese che potrebbe spalancarsi dinnanzi a sé.

Mertens non c'è

I sette giorni più tormentati di Rino Gattuso, vissuti consapevolmente con il sospetto che il suo destino possa cambiare da un momento all’altro, sfileranno via inseguendo non solo una vittoria ma anche certezze che sono evaporate ritmicamente e ad accidenti che hanno ingigantito le difficoltà di attribuirsi un‘identità tattica ed un’autorevolezza rassicurante. E mentre Napoli-Parma si sta avvicinando, non avendo Fabian Ruiz (per Covid), avendo rinunciato di nuovo e come giovedì a Bakayoko (affaticatissimo), potendosi permettere il 4-3-3 (Lozano a destra e Insigne a sinistra, Petagna centravanti; e in mezzo al campo: Demme centrale con ai lati Elmas e Zielinsiki, due palleggiatori che amano le profondità), l’ultimo «equivoco», Dries Mertens, ha smesso di ondeggiare con la sua caviglia malconcia e si è messo in viaggio verso il Belgio, dove è arrivato, per tentare di sistemare una distorsione che da San Siro lo tormenta. La conversione tattica, già sostenuta per settanta minuti contro lo Spezia, è una spruzzata di antiche certezze, il disperato desiderio di ritrovare qualcosa che gli sia appartenuto e che ancora resti suo. 

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