Atalanta-Napoli: Carmando esclusivo, Alemao e quella monetina

1990 in casa Dea: 100 lire in testa al brasiliano e due punti a tavolino. Il massaggiatore: "Caso favoleggiato"
Atalanta-Napoli: Carmando esclusivo, Alemao e quella monetina©  Ansa
Antonio Giordano
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NAPOLI - In settantanove anni, portati splendidamente, Salvatore Carmando ne ha vissuti trentadue in quel «testa o croce» che a Bergamo, 8 aprile ‘90, diventa il tormento della sua vita. Le mani che Diego portò con sé ai Mondiali in Messico, servono ora per disegnare un tempo che non è mai evaporato ma anche per tratteggiare un cerchio, che accompagna il sorriso di quella maschera umana e dolcissima. «Un classico, non mi sorprende e non mi stanco di ascoltare. Ormai ci ho fatto l’abitudine». C’è una moneta da 100 lire che ancora resta lì a volteggiare nella rievocazione d’una domenica così lontana e invece straordinariamente vicina, perché intanto, nonostante si sia ormai piombati in un altro secolo, la narrazione procede. Come se uno scudetto potesse valere semplicemente 100 lire.

 Carmando, provi a indovinare perché siamo qua.

«La storia la conosco bene, diventa un classico ogni volta che il Napoli gioca in casa dell’Atalanta. Non si parla d’altro e non si parla che di me: facciamoci una risata, avrebbe detto l’immenso Totò. Però io non ho nulla da aggiungere, né devo difendermi: la vicenda è semplice nella sua dinamica, tra l’altro parlano le immagini, i referti medici. Siamo persone serie, se permettete, lo dice la storia personale».

Un «processo» che va avanti.

«Che però di arricchisce sempre di nuove interpretazioni. E nessuno che invece ricordi la classifica finale: Napoli 51 punti, Milan 49. Dunque, scudetto a prescindere, se non sbaglio. Ma c’è qualcuno a cui piace alimentare questa leggenda!».

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