Camorra: 11 arresti per usura, tra le vittime anche Bruscolotti

L'ex calciatore del Napoli tra coloro che erano costretti a pagare tassi variabili tra il 25 e il 40 per cento
Camorra: 11 arresti per usura, tra le vittime anche Bruscolotti© ANSA
4 min

Undici arresti eseguiti questa mattina dal comando provinciale dei carabinieri di Napoli per usura, giro gestito dalla camorra. Tra le vittime anche l'ex calciatore del Napoli, il difensore Giuseppe Bruscolotti. Tra coloro che hanno ricevuto l'ordinanza di custodia cautelare anche un militare dell'Arma, accusato di corruzione. Sono stati scoperti nove casi di usura ai danni di imprenditori, tra i quali c'è anche Bruscolotti, che erano costretti a pagare tassi tra il 25 e il 40 per cento di interessi.

Usura: ma anche detenzione e spaccio di droga, detenzione illegali di armi

L'ordinanza è stata emessa dal gip presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Oltre che di usura, gli arrestati sono accusati a vario titolo di detenzione e spaccio di droga e di detenzione illegale di armi comuni da sparo, reati aggravati dalla finalità di favorire il clan Baratto-Volpe, presente nel quartiere di Fuorigrotta, rientrante nella sfera di influenza e controllo dell'Alleanza di Secondigliano.

Bruscolotti è stato difensore del Napoli all'epoca di Diego Armando Maradona, a cui cedette la fascia di capitano. Tempi di un Napoli vincente, che esaltava le folle proprio grazie alle prodezze del pibe de oro argentino.

Ai domiciliari sono finiti il 63enne Mario Baratto, il luogotenente dei carabinieri Giuseppe Bucolo, Gennaro Scala, Vittoria Trapanese. In carcere, invece, sono finiti Umberto Graziano, Michele Scarca, Alessandro Volpe, Angelo Volpe e Gennaro Volpe. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, infine, per Gaetano Staiaino e Patrizio Straiano.

Bruscolotti: tasso benevolo perché "ex capitano del Napoli"

A Bruscolotti, il gruppo napoletano dei Volpe di Fuorigrotta, faceva un "buon prezzo", ossia il tasso di interessi si fermava al 20 per cento, era "benevolo" in quanto il giocatore "era stato capitano del Napoli". Questo emerge dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. Secondo gli inquirenti, invece, i tassi applicati all'ex giocatore erano anche superiori al 40 per cento. Bruscolotti gestisce un'agenzia di scommesse nel quartiere di Fuorigrotta e, a causa degli usurai, era finito in uno stato di necessità. 

L'ex calciatore del Napoli aveva chiesto alla famiglia Volpe un prestito di 65 mila euro, avrebbe dovuto ripagare inizialmente 2.400 - 2.600 euro al mese, la rata successivamente era stata portata a mille euro mensili. A parlare della rata Gennaro Carra, collaboratore di giustizia. Bruscolotti avrebbe chiesto anche cifre più consistenti. "Ricordo - dice il 'pentito' - che una volta vidi Peppe Bruscolotti, l'ex calciatore, capitano del Napoli, nel 'basso' di Volpe Antonio. Dinanzi a me Bruscolotti consegnò una busta al Volpe. Quando andò via, Volpe aprì la busta e iniziò a contare del denaro. La somma era di 5000 euro. Chiesi spiegazioni al Volpe e mi disse che aveva prestato 140mila euro a Bruscolotti e questi restituiva euro 5000 al mese. Mi disse che Bruscolotti pagava il 20% di interessi. Non so se questi interessi dovevano essere computati sulla somma totale all'anno o al mese. Volpe mi disse anche che il prestito era servito al Bruscolotti per aprire un'agenzia di scommesse.... Commentai con il Volpe che il tasso di interesse praticato era benevolo, e il Volpe mi rispose che lo aveva fatto perché sì trattava del capitano del Napoli".

In un altro colloquio intercettato dai carabinieri nel maggio 2020, durante la pandemia, Bruscolotti chiede al figlio di Antonio Volpe di consentirgli di rinviare un pagamento a causa delle difficoltà legate al fatto che il centro scommesse, proprio a causa del Covid, è rimasto chiuso.


© RIPRODUZIONE RISERVATA