Il Napoli guida il campionato del bel gioco

Spalletti ha trasformato la qualità individuale in collettiva
Il Napoli guida il campionato del bel gioco© ANSA
Alberto Polverosi
6 min

Fra due settimane e tre giornate si interromperà un campionato dove quasi tutte le grandi, per svariate ragioni e svariate caratteristiche, stanno giocando bene. Il Napoli, nettamente prima di tutti e davanti a tutti; l’Atalanta che ha cambiato registro, che adesso è la squadra più vicina alla capolista e che sabato l’affronterà in casa; l’Inter che ora sta volando, ma potremmo metterci anche Lazio e Milan, che ieri si sono improvvisamente fermate, una all’Olimpico l’altra a Torino, ma che prima di imbattersi nell’arguta Salernitana e nell’arrembante Toro avevano mostrato tutto il meglio del calcio di Sarri e Pioli.

Da individuale a collettivo

Per il livello e la qualità del Napoli sono stati esauriti gli aggettivi. La sua forza è tecnica e mentale. A volte più tecnica, a volte più mentale. A vederlo giocare in questo periodo (un lungo periodo cominciato a inizio stagione) sembra che il lavoro di Spalletti sia stato una passeggiata. Al Napoli basta aprire il gas e dà spettacolo. In realtà, il vero merito del tecnico di Certaldo è stato quello di trasformare l’enorme (e per certi veri inattesa, in questa misura) qualità individuale in qualità collettiva. È accaduto grazie anche a una serie di giocatori fantastici di cui dispone, campioni capaci di mettersi a disposizione della squadra. Oggi il Napoli è attacco rapido e tecnico e difesa solida e robusta. Il suo gioco nasce da quella mente illuminata (da Spalletti...) di Lobotka, un tipo di regista tattico e tecnico allo stesso tempo: lo slovacco, molto spesso marcato a uomo, esce dal controllo dell’avversario e apre e dilata la manovra napoletana appoggiandosi sia ai due interni che agli esterni. Il repertorio di classe assoluta di cui è in possesso Kvaratskhelia consente a Lobotka e ai suoi colleghi di reparto di pescarlo sulla fascia ma anche all’interno. Sui corridoi laterali attaccano i terzini meglio inseriti nel contesto di tutto il campionato, Di Lorenzo a destra e Mario Rui (diventato in questa stagione uno dei migliori esterni d’Europa) a sinistra. Vanno dentro senza palla sia Zielinski che Anguissa e questo inserimento a fari spenti garantisce sempre una massiccia presenza di napoletani in area avversaria. Trenta gol in 12 partite di campionato, più 20 in 5 di Champions sono l’esatta misura della forza offensiva di una squadra che dispone di tre centravanti, il meno costoso dei quali (il Cholito) ha segnato 4 reti in 4 presenze in Champions. L’ultima dimostrazione col Sassuolo, un’altra perla di calcio spettacolo, Osimhen ha impreziosito la partita con una tripletta (saltando la Champions era bello riposato), ma lo spettacolo è stato di tutti. Il Napoli può segnare in decine di modi differenti: attaccando la profondità con Osimhen, con i cross alti per i colpi di testa del medesimo, con i cross bassi per lo spunto di Raspadori, con la rabbia di Simeone, con il guizzo di Lozano, col tiro a giro di Politano, con la tecnica di Zielinski, su palla da fermo (Ostigard l’ultimo esempio). Una poderosa macchina da gol che fa spettacolo. La grande bellezza è sua.

Ali, Lautaro e Barella

Il Napoli può alternare l’attacco esterno all’attacco interno, ha un sistema di gioco e così tanti fortissimi interpreti che possono consentire all’allenatore di variare i movimenti. L’Inter di Inzaghi cerca invece nei corridoi laterali l’attacco più efficace. Può sembrare più monotona, ma questa è l’idea che il tecnico ha in testa da sempre e che non ha mai abbandonato, nemmeno nei momenti più complicati già vissuti pure in questa stagione. L’esplosione di Dimarco (un sinistro che incanta) ha convinto ancora di più Inzaghi a insistere. Perso Perisic, si pensava a una sofferenza da quella parte, ma i progressi dell’ex veronese hanno cancellato quasi tutte le nostalgie per l’addio del croato. Dimarco da una parte, la spinta massiccia e continua di Dumfries dall’altra, più l’invenzione di Calhanoglu regista in attesa del ritorno di Brozovic. L’Inter sta volando soprattutto grazie a Barella, in un momento di grazia assoluta: 5 gol e 4 assist, meglio di lui in Europa hanno fatto solo De Bruyne e Milinkovic. Quando si parla di giocatori che conoscono i tempi di inserimento si deve parlare inevitabilmente di Barella. Vediamo cosa accadrà col rientro di Lukaku: Lautaro Martinez, potendo contare su una vera spalla come Dzeko, sembrava al centro di tutto il progetto.

Il cambiamento

L’Atalanta non è più esplosiva come negli anni scorsi, forse non ruba l’occhio come faceva prima, ma non si può dire che Gasperini sia passato dalla parte dei difensivisti. Anche ieri, a Empoli, ha vinto senza batter ciglio, giocando il suo calcio più ragionato e meno irruento delle stagioni recenti. In ogni caso, un calcio che produce occasioni e porta vittorie. Al tema del bel calcio avremmo aggiunto Milan e Lazio, lo meritavano prima di ieri. Probabilmente stavolta hanno accusato l’impegno di Coppa, mentre il Napoli, saltando dall’Europa all’Italia e viceversa, sta entusiasmando.


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