Napoli, spirito di sacrificio e le intuizioni di Spalletti

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Napoli, spirito di sacrificio e le intuizioni di Spalletti© FOTO MOSCA
Antonio Giordano
2 min
Tagsnapoli

Stavolta è stata dura: ma cos’importa ai trentacinquemila del Maradona, e a Spalletti, se per un’ora e mezza, forse un po’, sia stato necessario aver pazienza. La squadra che segna tanto nel secondo quarto d’ora, quello che battendo l’Empoli ha messo assieme la decima vittoria - eguagliando Sarri - ha avuto bisogno di calma, tanta, e di forze fresche: ma si poteva prevedere. Negli ultimi sette giorni, per dire, è stata ad Anfield e poi a Bergamo, e in trentotto giorni ha giocato undici partite: sono 990 minuti. Il 2-0 sull’Empoli è sacrificio, non bellezza, è intuizione di Spalletti che rivolta di nuovo la squadra al 19' del secondo tempo, toglie Raspadori, Politano e Ndombele e con Zielinski Lozano, anche con Elmas, la chiude. Il resto lo fa Marin e un generoso Pairetto su un rigore che qualche dubbio lo lascia e anche qualche perplessità sulle modalità di uscita dall’area del centrocampista dell’Empoli, che si fa fregare il pallone da Osimhen e poi lo tocca lievemente. La panchina la risolve, Lozano segna dal dischetto, poi procura il raddoppio di Zielinski, dopo che per un’ora l’Empoli ha creato difficoltà al Napoli, privo della idea giusta: una occasione con Di Lorenzo, una con Ndombele, una con Raspadori, troppo poco dopo lo splendore del passato. Senza Kvaratskhelia, la scossa l’ha data Spalletti dalla panchina e Zanetti e l’Empoli sono crollati, complice il rosso - per somma di ammonizioni - a Luperto (29' st). Per chiuderla, a 3' dalla fine, da Lozano a Zielinski, collo pieno e paura sparita. Non dite a Spalletti che è l’anno del Napoli. «Bisogna distinguere quelli che ti mettono in alto per sentire poi il tonfo... Saremmo pronti anche a questo, fa parte della forza e della mentalità della nostra città».


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