Kvara Osimhen, la coppia più bulla del mondo

La città è presa da due nuovi eroi, stupita, plaudente, allegra. Kvara e Osi straripano sulla scena del calcio azzurro. Nessuno come loro, mai Metto insieme tutte le virtù passate
Kvara Osimhen, la coppia più bulla del mondo© Getty Images
Mimmo Carratelli
9 min

Canta Napoli, Napoli duale, di coppia, Napoli binaria, Napoli georgiana e nigeriana. Sono la coppia più bella del mondo e ci dispiace per gli altri. Più bella? Più bulla per audacia, improntitudine e forza. Khwicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen, Zizì di Tbilisi e Frittatina di Lagos, sono i nuovi eroi di questa città sul golfo dove l’unica cosa che va è il gol. Sbandamenti emotivi sulla faglia del Cavone, stupori rotolanti dalla collina di Capodimonte, pesci in agitazione a Mergellina, tric-trac di festa a Forcella, fischiano le antiche locomotive a vapore nel Museo ferroviario di Pietrarsa.

È la città presa da due nuovi eroi e da irrinunciabili fremiti, stupita e travolta, plaudente e allegra. Le leggende sfioriscono, il tempo passa, le mamme imbiancano e Kvara e Osi straripano sulla nuova scena del pallone azzurro. Nessuno come loro, mai. Mettono insieme tutte le virtù passate. La velocità di Sallustro il veltro, la forza straripante di Vinicio ‘o lione, il gioco aereo di Savoldi basket-gol, l’irriducibile impegno di Clerici il gringo, lo scatto di Careca tira-la-bomba, la zampata di Cané, la fame di gol di Higuain, lo spirito allegro di Pesaola, e lasciamo stare il dio di tutti i noi, Diego per sempre, senza eredi e imitatori.

Partita dopo partita, Kvara e Osi, Osi e Kvara stanno segnando la storia e l’epopea del calcio a Napoli. Dilagano, sfondano, sbriciolano. Molti campioni ci hanno preso il cuore per un ricciolo, un capriccio, una fantasia, un gol e un sorriso, questi due scuotono e inchiodano, sono così, né romantici cavalieri, né antichi masnadieri, nessuna chiacchiera e nessun distintivo, solo grandi interpreti del calcio d’oggi, fantasia il poco che basta, energia tanta, vigore tantissimo, concretezza massima. Certamente, Osi e Kvara hanno le loro delizie, i sombreri quando servono, la serpentine ubriacanti senza esagerare, le finte indispensabili e i gol magici. Ma loro non sono nati per inventare calcio, non scherzano per strappare applausi, non perdono tempo. Sono gli eroi di un pallone che riempie gli occhi e schianta. Netto, preciso, implacabile. Il calcio di Kvara e Osi è tuono e fulmine. È lontano il tempo dei calciatori al tabarin, dei gol in smoking, di fantasie e pinzillacchere, di baffi , baroni, abatini, cabezòn e pinturicchi.

C’è nelle esecuzioni del nigeriano e del georgiano la bellezza indiscutibile del gesto essenziale. Vogliamo dire un calcio astratto non più figurativo? L’abbiamo detto, perdonateci. Non c’è più il calcio-balilla e c’è la playstation. Kvaratskhelia e Osimhen sono figli della playstation. Sono calciatori da guerre stellari. Sono eroi di George Lucas. La Forza seducente e trionfante. Giocate di luce abbagliante. Corsa inarrestabile. Colpi definitivi. Naturalmente sui due assi del Napoli s’è cominciata a fare ammuina. Buoni, si fanno paragoni. Di là dalle Alpi e tra Notre Dame e la Senna, vive la coppia massima di ogni fulmine e saetta, gli stipendiati del Qatar parigino, i diamanti viventi del Paris Saint Germain, Kylian Mbappé e Neymar, costo 402 milioni (Neymar 222 milioni al Barcellona, Mbappé 180 al Monaco). Sono sui campi da troppo tempo con un cumulo di partite, novecento e più, e una valanga di gol, circa seicento, da tenere chiunque a distanza. Osimhen e Kvaratskhelia sono agli inizi.

Non c’è paragone sull’asse Napoli-Parigi. Osimhen aveva 11 anni quando Neymar già segnava nel Santos, Kvaratskhelia addirittura otto. E Mbppé ha una miccia fulminante senza paragoni e un’accelerata da sprint olimpico. Diamo tempo al tempo. I due del Napoli, Kvaratskhelia 22 anni, Osimhen 25, hanno tempo. In fondo sono costati 10 e 70 milioni. Spopolano altre coppie cannoniere in Europa. La più giovane a Manchester, sponda City, il norvegese Erling Haaland (23 anni, 1,95) e l’inglesino Phil Foden (23 anni, 1,71). A Lilla, l’ivoriano Jonathan Bamba (27 anni, 1,75) e il canadese nato a New York Jonathan David (23 anni, 1,80). A Monaco di Baviera, i gioielli nati entrambi a Stoccarda Jamal Musiala (19 anni, 1,83) e Serge Gnabry (28 anni, 1,76) in forza al Bayern. Sono le coppie-gol del futuro con le quali Osimhen e Kvaratskhelia si misureranno. Sono i guerrieri del gol del terzo millennio. Dimenticavamo il vecchio Benzema e il giovanissimo Vinicius nel Real di Ancelotti. Quanto è migliorato Osimhen quest’anno, a parte la schiacciata di tuorli d’uovo in testa, l’irresistibile frittatina? Ammaestrato, ripreso, scosso, incitato e lavorato da Spalletti, è un altro Osimhen.

Non è più il centravanti “alla cieca” che si avventava sull’avversario, attaccante di duelli rusticani, ragazzo selvaggio da prendersi sei placche e dodici viti nel viso dopo lo scontro aereo con l’interista Skriniar. Oggi, Osi attacca lo spazio non più l’avversario. Non cerca lo scontro, lo aggira. Regge il contatto fisico, ma solo per sgusciare via. È migliorato tecnicamente. Gioca per la squadra, non più per le sue solitarie galoppate. Arretra e parte. Si propone e scatta. Tira meglio. Dà la palla al compagno meglio piazzato. E vola, vola, vola, l’astronauta Osimhen nei cieli del pallone. Cominciò a puntare la luna una notte di settembre a Leicester, in Europa League, innalzandosi a 2,52 metri sul cross di Politano per il colpo di testa in rete. Volando alto, si ripetè un mese dopo nel cielo di Fuorigrotta raggiungendo ancora i 2,52 per spingere di testa la palla nella porta del Torino. Si è superato a La Spezia volando a 2,58 metri, da fermo, più alto di Cristiano Ronaldo alla Sampdoria. E le fiondate da posizioni impossibili stanno diventando il suo marchio di goleador. Kvaratskhelia, l’ex signor nessuno, ha una muscolatura degna dei migliori bozzetti anatomici di Leonardo. Le gambe sono tronchi semoventi. La muscolatura delle gambe consente al georgiano gli strappi furiosi, gli stop improvvisi e le giravolte repentine, le ripartenze micidiali. Kvara si trascina via indifferentemente avversari e palloni. Ha cominciato col cercare il successo personale, l’azione individuale per imporsi da subito, per dare nell’occhio, ora gioca meglio con i compagni e l’intesa con Osimhen si nutre di assist reciproci. I gol di Kvara sono frutto di forza e abilità. Escludendo Maradona e Careca, ballerini di un calcio artistico nell’iper-spazio del pallone, il Napoli non ha mai avuto una coppia così esplosiva. Un tentativo clamoroso fallì 68 anni fa, al tempo del Vomero e di Monzeglio allenatore. Per il campionato 1955-56 arrivò il brasiliano Vinicio e c’era già in squadra lo svedese Jeppson. Due centravanti, una novità assoluta. Due attaccanti votati al gol, battaglieri, potenti, piegavano le mani ai portieri. Il problema fu convincerli a giocare insieme, gelosi com’erano l’uno dell’altro. Monzeglio ci riuscì alla quinta partita di campionato schierando questo attacco: Amadei, Beltrandi, Jeppson, Vinicio, Pesaola. Una tempestosa battaglia diplomatica ottenne da Amadei che giocasse all’ala destra e da Vinicio che lasciasse a Jeppson la maglia numero 9. Il doppio centravanti esplose: 8-1 alla Pro Patria, tre gol di Vinicio, due di Jeppson. Il tandem dei cannonieri fu battezzato V2, dal nome del progenitore tedesco di tutti i missili. Ma la V2 azzurra volò poco e colpì meno. Vinicio e Jeppson giocarono insieme 17 partite in sei delle quali il Napoli neanche segnò. Nelle restanti, Vinicio fece la parte del leone, e leone era, con 10 gol, Jeppson la metà, 5 gol. Il brasiliano s’era molto legato a Napoli, istruito da Pesaola, suo generoso amico. Lo svedese, invece, da tempo tramava per andarsene all’Inter. La V2 si dissolse l’anno dopo, Jeppson andò al Torino. La coppia durò e non durò appena una mezza stagione. Osi e Kvara sono l’oggi e il domani. Lunga durata.

De Laurentiis li ha blindati. Nessuna folle off erta li sottrarrà a questo Napoli delle meraviglie che punta molto in alto, punta alla Champions! È il traguardo di AdL. L’Europa per la gloria maggiore, come nessun altro presidente azzurro. Una Champions per amica. La Coppa Uefa di Ferlaino sarà un romantico ricordo. I due scudetti dell’Ingegnere dimezzati dall’impresa in corso. Il tetto d’Europa presto, tra un mese tra un anno direbbe Françoise Sagan, e in tutti gli uffi ci di Napoli, nei negozi, sugli autobus e nella metropolitana la fotografi a di Aurelio De Laurentiis, il presidente, a mezzo busto, diabolico e sorridente.


© RIPRODUZIONE RISERVATA