Scudetto Napoli, perché Spalletti dice: "La fame non tiene sonno"

L'adagio partenopeo citato dal tecnico della capolista, individua una delle ragioni della stratosferica stagione azzurra: la volontà di arrivare al successo finale, sospinti dalla smania di migliorarsi di vittoria in vittoria, sino a diventare insaziabili, ma rimanendo sempre umili. E prendendosi la rivincita su chi non riteneva possibile un'impresa che si sta già consegnando alla storia del calcio
Scudetto Napoli, perché Spalletti dice: "La fame non tiene sonno"© FOTO MOSCA
Xavier Jacobelli
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Cinque vittorie. Ancora cinque vittorie per la capolista, che ne ha inanellate 23 in 27 giornate e il Napoli sarà aritmeticamente campione d'Italia. Se il 30 aprile la squadra di Spalletti contasse gli attuali 19 punti di vantaggio sulla Lazio seconda, quel giorno la partita tricolore potrebbe essere il derby con la Salernitana, in programma alla trentaduesima giornata. Nel frattempo, dopo il 4-0 di Torino, sgranare il Guinness dei primati partenopei diventa un esercizio sempre più corposo: mai così tanti punti in A dopo 27 turni (71); +14 rispetto allo scorso campionato; miglior attacco del torneo (64 gol); Osimhen capocannoniere (21 reti); Ndombele sedicesimo giocatore ad andare a segno; miglior difesa (16 gol subiti, 14 partite con la rete inviolata di cui 6 in trasferta); 15 gol di testa; miglior differenza reti (+48) nei cinque più importanti tornei tornei europei (Bayern +47, City +42; Arsenal, Barcellona e Psg +40).

Questione di fame

"La fame non tiene sonno": in calce al 4-0 di Torino, Luciano Spalletti ha scelto l'adagio partenopeo più calzante per spiegare al mondo come mai il suo Napoli sia diventato così insaziabile. La squadra è costantemente animata dalla smania di migliorarsi, di vittoria in vittoria, azzerando ciò che si diceva sulla differenza fra le partite in casa e in trasferta. Rimanendo sempre umile. E prendendosi la rivincita su chi non riteneva possibile un'impresa che, invece, si sta già consegnando alla storia del calcio. Ha acutamente annotato Alessandro Barbano, stamane sul Corriere dello Sport: "C'è un collante motivazionale tra gli azzurri che Spalletti sta portando sul tetto d'Italia e d'Europa: è la coscienza di quanto questa esperienza possa trasformare la propria carriera in un modo inaspettato e irreversibile. E' una convinzione condivisa che per molti suona come una rivincita. La gran parte degli indomabili azzurri viene da Paesi e da campionati abituati a guardare il calcio dal basso in alto: Slovacchia, Albania, Sud Corea, Camerun, Nigeria, Georgia, Messico. Così il miracolo Napoli è la somma di tante scommesse individuali sulla possibilità di rovesciare il destino". Ecco perché la fame di questo Napoli non tiene sonno. Ed ecco perché, in questo campionato delle meraviglie, a Napoli si dorme sempre meno.


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