Pazzi di Napoli: Maradona esaurito per i maxischermo

Già stasera può essere festa, dipende dal risultato di Lazio-Sassuolo: domani a Udine attesi 10.000 tifosi azzurri
Antonio Giordano
4 min

NAPOLI - Può servire un punto o anche no: e sarà stasera, sul divano di casa o domani o magari accadrà sabato o semmai domenica, ma quando l’aritmetica diventerà un’opinione, allora salteranno i tappi delle bottiglie di spumante e Napoli si concederà ciò che merita un’attesa così lunga. Saranno trentatré anni mica un giorno in più uno in meno, poi verrà il momento di lasciarsi andare, di mettersi a nudo e di sfilare con il vento in faccia, ricordando Diego e però eleggendo ai idoli gli eroi di quest’annata ch’è piena di loro: c’è una festa che è stata semplicemente rinviata, poteva andare in onda il 30 aprile ma la dea bendata s’è opposta ed ha scelto il sinistro di Dia; e ce n’è un’altra - in realtà è sempre la stessa, solo che è stata differita di poche ore - che viene rigorosamente organizzata.

Servirebbero tre stadi e magari non basterebbero neanche per farceli stare tutti quanti assieme, però, per cominciare, ancora prima che il Napoli vada in campo a Udinese, Lazio e Sassuolo dovranno decidere per: e va a finire che diventi un paradossale, buffo, certo per niente amaro passaggio di consegne, ripensando a cinque anni fa e a quell’albergo di Firenze nel quale, ad un certo punto, volò pure qualche seggiola mentre stasera, in Friuli, capiterebbe altro, si sfrenerebbero un po’ tutti, e ignorerebbero quel passato ormai seppe l lito dalla gioia. Il testimone, a volte il destino sa come inventarsi scenografie folli, ce l’ha in mano Maurizio Sarri, l’uomo che con quel Napoli smarrì lo scudetto all’Nh tra gli affreschi e i rimpianti e le sviste di Orsato e che stasera potrebbe consegnarlo direttamente al suo amico Spalletti, dinnanzi al televisore del solito hotel sulla strada per Tricesimo: ma questo è un caso, neanche troppo invitante per la Lazio che non può permettersi di rallentare ancora, e poi ce ne sono ancora un paio, forse di più. Se Sarri riuscirà ad evitare di girare il badge a Spalletti, se dunque si metterà quasi al sicuro per proiettarsi poi in Champions, il Napoli se ne andrà a nanna, eviterà di tirar tardi, lascerà le bottiglie in frigo per passare poi a riprenderle alla fine della sfida con l’Udinese, quando a quel punto gli servirebbe semplicemente un punto: lo inseguirà standosene in fantastica compagnia, ha diecimila tifosi con sé, hanno requisito gli alberghi di mezzo Friuli, si sono accasati lungo il Natisone, hanno riempito i bad & breakfast e pure gli agriturismo, ed hanno saputo ieri mattina che si giocherà sempre e comunque alle 20.45. Lo ha deciso il Prefetto di Udine, Massimo Marchesiello, casertano di Marcianise che non ha nascosto le proprie ragioni del cuore e però ha soffocato ogni eccessiva forma di preoccupazione ambientale. «Sarò contento, come può esserlo un tifoso del Napoli, sono trentatré anni che aspetto anche io questo giorno, ma le emozioni sono controllate, perché lo scudetto è stato conquistato da tempo. Ci sarà l’attenzione di sempre, con un impegno in più e un numero maggiore di forze dell’ordine: però sarà una festa». Dalla Dacia Arena - esaurita da giorni - sino al Maradona, perché per riempire pure Fuorigrotta, illuminata da otto maxischermi, è bastata un’ora e mezzo di prevendita: biglietti (5 euro, con incasso che detratte le spese andrà in beneficenza) divorati, in tutto saranno 54.000, con decine di migliaia di spettatori in fila (virtuale) rimasti con il naso all’insù. Altrimenti, dipende dai rimbalzi perfidi del calcio, ci sarà sempre un altro interminabile weekend.

Le partite

Palla al centro a Udine, alle 20,45, non c’è stata necessità di anticipare, e contemporaneamente si vivrà nelle case e al Maradona una sfida eguale e pure diversa, la partita sul video e dagli alt o parlanti le formazioni declamate come se fossero tutti lì, a portata di mano, una simulazione della realtà nella quale poi calarsi, aspettando che accada, che arrivi il Napoli, atteso per il pomeriggio di venerdì, semmai comunque ebbro di una felicità scomposta, vissuta lontano dalla propria gente. Che spalancherà le proprie braccia, quelle del «Maradona», domenica, ore 18, con la Fiorentina. Ohhh happy days...


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