Maledizione infortuni: Napoli già in emergenza

In due settimane troppi giocatori ko. Ieri Osimhen si è fermato dopo uno scontro con Natan: distorsione alla caviglia destra
Antonio Giordano
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Prima di fa sciarsi la testa, conviene farlo ad una gamba: e passando da Mario Rui (28 luglio) ad Amir Rrahmani (8 agosto), è chiaro che nasca il sospetto che ci siano spilloni conficcati da qualche parte, certo nell’aria. La maledizione di Castel di Sangro è nei fatti e certo non è colpa del clima, però le statistiche traballano e un pizzico di apprensione afferra alla gola oppure semplicemente ai muscoli, alle caviglie, alle ossa: e quando Victor Osimhen va a sbattere addosso a Natan e comincia a rotolarsi sull’erba, il dubbio d’essere entrati in conflitto con un’entità insuperabile, dagli effetti indesiderati, s’intrufola nel Napoli, fa il giro del «Patini», oscura la mente, mica il cielo, lascia un po’ perplessi, certo inquieti. 

Napoli, la lunga lista degli infortuni

La lista degli accidenti va allungandosi, anche se al tramonto, dopo la seduta a porte chiuse, riservata alle esercitazioni tattiche, la preoccupazione non è svanita ma si è attenuata. Osimhen, al mattino, s’arrende al contrasto con il suo fresco amico brasiliano quasi senza rendersene conto, è una torsione naturale del corpo, un impatto di gioco privo di animosità, e però è un dolore che muove le masse: lo staff medico scatta dalla panchina, gli sta intorno, spruzza l’anestetico, intuisce che non sono moine per depistare o giochicciare, come nella natura gioiosa di un ventiquattrenne, e poi lascia che il centravanti sfili via, nello spogliatoio, zoppicando. «Trauma distorsivo alla caviglia destra». E proprio mentre Rrahmani si è inginocchiato dall’altra parte del campo ed ha convocato intorno a sé medici e terapisti e massaggiatori, per mettere in sicurezza gli adduttori della coscia sinistra: una sciocchezza, a caldo.

Napoli, il calendario e i recuperi

Il bollettino di queste due settimane che vanno dal 28 luglio al 9 nove agosto è un inno al pessimismo cosmico che un po’ si avverte, però almeno Mario Rui ha ricominciato ad allenarsi, Kvara si sta riaffacciando in campo e il Frosinone dista ancora un po’ di giorni, undici per l’esattezza, che inducono a respirare: Anguissa è una speranza, però flebile, ma finché c’è vita.... 

Napoli, la differente preparazione

Ma Garcia l’ha riassunta a modo suo - con senso pratico, un sorriso ed uno slancio di sincerità - perché gli «infortuni di mercato», quelli che una volta venivano catalogati come «mal di pancia», appartengono a questo mondo a tratti avariato o anche semplicemente strategico. Il resto va inserito nel contesto d’una preparazione diversa, consegnata completamente a Paolo Rongoni, il successore di Francesco Sinatti, che stavolta deve orientarsi su una stagione differente dalla precedente, in cui non ci saranno soste lunghe e si giocherà a Natale e pure a Capodanno e che Garcia ha indirizzato anche scientificamente o mediaticamente. «Stavolta non servirà una partenza a razzo ma bisognerà durare per tutti i nove mesi. Stiamo lavorando forte ed è normale che ci sia qualche problema». Però qualcosa è mutato, è scritto (quasi) quotidianamente nel libro bianco, in cui sono cerchiati le «distrazioni», gli «affaticamenti» ma pure i tackle al corpo e all’anima. Ci vuole un balsamo o un pizzico d’acqua santa, per uscire dagli equivoci.


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