Luci e ombre di Garcia: analisi su forze e debolezze del suo Napoli

La sconfitta con la Lazio ha evidenziato una serie di fragilità.  Battendo il Genoa, però, Garcia avrebbe più punti di Spalletti
Antonio Giordano
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NAPOLI - Qui non bisogna chiedersi cosa sia cambiato da un anno all’altro (Spalletti, Giuntoli, Kim) ma come sia mutato il Napoli in un quarto d’ora, il tempo di bere un bicchiere d’acqua e sospettare che dentro ci fosse un anestetico. È nell’intervallo che s’è stravolta la scena, la Lazio ha smesso di starsene a guardare - ma con gli occhi spalancati - ed ha cominciato a giocare sul serio e il Napoli s’è appisolato, ed ha smesso di esprimere se stesso, fino a quel momento mica poco.

Napoli, cambia tutto in quindici minuti

Il calcio è "viziato”, e si fa per dire, dai risultati, che a volte sembrano paradossi: il Napoli che ha perso la sua prima partita dopo appena tre giornate, dunque con quindici di anticipo rispetto alla precedente, strepitosa stagione, in realtà vincendo dopo la sosta con il Genoa a Marassi potrebbe star meglio in classifica di quella meravigliosa creatura affascinante. Ma questi sono giochini, mentre Garcia invece deve cercare il gioco, con tutte le sue implicazioni, le sue dinamiche, le sue fasi, la propria evoluzione che con la Lazio, e chi l’avrebbe detto? s’è trasformata in involuzione: un colpo di magia, e anche due, e il Napoli è stato inghiottito da una serie di contraddizioni e da cinque ombre che improvvisamente si sono allungate ovunque, scudetto incluso. Che sta sempre lì, gli appartiene per diritto divinamente conquistato.


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