Napoli, tratteniamo il fiato© Getty Images

Napoli, tratteniamo il fiato

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Alessandro Barbano
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Otto gol in due gare e ti cambia l’umore. Non la vita. Perché la vita può cambiare solo martedì sera, quando arriva al Maradona il Real Madrid di Carlo Ancelotti. Quando il Napoli misurerà tre cose: quanto ha perso, se ha perso, la difesa nello scambio strutturale tra Kim e Natan e in quello congiunturale tra Rrahmani e Ostigard; come sta fisicamente e mentalmente Osimhen rispetto al suo potenziale; se i rincalzi Lindstrom e Cajuste sono adeguati a una squadra chiamata a lottare e a vincere in Italia e in Europa.

Il resto lo sappiamo già, e a Lecce ne abbiamo avuto un’altra conferma: il Napoli ha un centrocampo stellare, anche nel giorno in cui Zielinski non gioca al massimo, perché Lobotka e Anguissa sono una mediana difficile da trovare nel Vecchio Continente. Sappiamo anche che, al netto del risultato di quattro a zero, non è stata una passeggiata la trasferta di Lecce, contro una squadra caratterialmente matura, capace di affrontare i campioni d’Italia senza timidezze, con un gioco veloce e coraggioso, ancorché con mezzi tecnici molto inferiori.

Il Napoli ha stravinto risparmiando energie, evitando un pressing costante sull’avversario e rifiatando talvolta un po’ troppo nella sua mediana, tanto da lasciare l’iniziativa al Lecce nella seconda metà del primo tempo. Ha rischiato qualcosa in più rispetto alla gara con l’Udinese, perché ha consentito agli attaccanti di D’Aversa di tenere palla sulla tre quarti e di provare a rimetterla in pari. Ma alla lunga si è dimostrata una tattica vincente, perché ha indotto i giallorossi ad allungarsi e a scoprirsi, offrendo al contropiede azzurro l’occasione di dilagare. Il motivo di maggiore incoraggiamento è la condizione di Kvaratskhelia, tornato l’incursore e l’assistman della scorsa stagione.

L’uomo dal piede di pennello anche ieri ha pittato il suo tocco di velluto. Stavolta non per scavalcare il portiere in uscita, ma per raggiungere Osimhen sul secondo palo, passando sopra la difesa con millimetrica morbidezza. Il colpo di testa del nigeriano ricorda quello di Pablito su cross di Cabrini nel mondiale spagnolo: in un caso e nell’altro sul pallone c’era scritto “basta solo spingere”. Gli spagnoli di Re Carlo arrivano nel momento più difficile per loro. L’attaccante di maggior valore, Vinicius, esce da un lungo infortunio, altre pedine importanti come Courtois, Militao e Güler sono da tempo indisponibili. Se il Napoli fa sua la partita del Maradona, la stagione si rimette nel verso che è lecito aspettarsi. Trattenere il fiato fino a martedì è anche l’occasione di tenere la bocca chiusa alle polemiche. L’espirazione ritardata farebbe l’esultanza di Osimhen più forte. Stiamo a vedere se accade.


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