Zielinski tra presente da leader e futuro da svincolato: gli scenari possibili

Il suo contratto scade a giugno e non c’è intesa con il manager: tra pochi mesi può firmare a costo zero con un'altra squadra
Fabio Tarantino
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Stava per farne un altro, nel secondo tempo di Champions al Maradona, se solo Kepa non avesse d’istinto respinto un pallone velenoso calciato con forza dal limite dell’area di rigore. Sarebbe stata la notte perfetta, per Piotr Zielinski, che può comunque ritenersi soddisfatto, anche se è tornato a casa consolando assieme alla squadra l’amarezza per una sconfitta. La partita contro il Real Madrid con gol su rigore ha blindato la certezza che il Napoli abbia in rosa un leader tecnico in più, un nuovo acquisto virtuale dopo esser stato ad un passo dall’Arabia Saudita.  

Zielinski, la scelta di restare a Napoli 

Il rifiuto al benessere economico della Saudi Pro League, alla possibilità d’arricchirsi ma sentendosi improvvisamente spogliato d’ambizioni, è stato un gesto singolare, ha dato ulteriore valore al professionista che ha avvertito la necessità, confrontandosi con la famiglia, di continuare a sentirsi vivo. Per farlo ha scelto di ripartire da Napoli, ovvero una città che l’ha colpito e un calcio nel quale da anni si riconosce pur avendo dovuto fronteggiare, a volte, critiche gratuite, frasi fatte, considerazioni superficiali. 

Napoli, prove di rinnovo con Zielinski

Sa bene il Napoli quanto valga Zielinski, per questo è evidente la necessità di blindarlo sapendo che a gennaio sarà libero di firmare a zero per altri club. Il rinnovo del contratto in scadenza a giugno 2024, otto mesi, è una priorità che intanto non lo sfiora, un’esigenza che spetta ad altri, alla società e al suo agente con cui non ci fu accordo a fine estate per le commissioni, mentre in campo il giocatore continuerà a ricoprire fiero il ruolo di riferimento di una squadra della quale è l’uomo più esperto. Con 338 partite, Zielinski è ottavo nella classifica dei più presenti nella storia del Napoli (guidata da Hamsik a 520). Quest’anno supererà Callejon (349) e poi, se il rinnovo si farà, potrà rimettersi in viaggio per diventare sesto scavalcando Ferrario (396) oppure quinto andando oltre Mertens (397).

Da ragazzino a leader  

Era solo un ragazzino, aveva ventidue anni nel 2016, arrivò come vice Hamsik, un interessante prospetto. Oggi Zielinski, anni 29, è un uomo, un leader vero. Contro il Real Madrid s’è mimetizzato coi campioni di Ancelotti, poteva essere uno di loro. Testa alta, personalità, doppio piede, visione di gioco, tiro e sterzate, inviti in profondità, rincorse e recuperi. Nel tempo ha imparato a diventare altro, ha saputo essere costante sotto porta (50 gol totali in azzurro) e i due rigori di fila trasformati contro Udinese e Real possono significare nuova vita dagli undici metri (in carriera ne ha fallito uno su sette, lo scorso anno a Glasgow con i Rangers in Champions, battuto due volte con doppio errore) per continuare ad esaltarsi.


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