Spalletti mostra il tatuaggio del Napoli in diretta tv: "È la mia cicatrice"

L'ex allenatore degli azzurri ha mostrato fiero durante un'intervista esclusiva a Tg Poste l'avambraccio sinistro dove è disegnato il tricolore e lo stemma del club con cui ha vinto lo scudetto
Spalletti mostra il tatuaggio del Napoli in diretta tv: "È la mia cicatrice"
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Un tatuaggo è per sempre. Luciano Spalletti, quello dello scudetto a Napoli, lo ha mostrato fiero a Tg Poste. Mentre parla dell'avventura culminata col tricolore, chiede alla conduttrice di poter mostrare il tricolore che indossa fiero sull'avambraccio sinistro con lo stemma del Napoli che esce dalla pelle.

L'emozione di Spalletti mentre mostra il tatuaggio dello scudetto

"Questa è la mia cicatrice. Non tutte le cicatrici sono brutte o dolorose, questa è stata bellissima, è stato bellissimo tutto" dice emozionato e sorridente Spalletti. Del Napoli, nel corso della lunga intervista, aveva detto, parlando della città e dell'ultima stagione: "Mi ha lasciato tantissime cose, è stato un lavoro eccezionale di tutte le componenti che ci ha permesso di fare un percorso bellissimo in cui tutti sono stati importanti allo stesso modo".

"Inter favorita per lo scudetto"

"Da quanto visto fino a questo momento la favorita per vincere il campionato di Serie A è l’Inter",  ha detto Spalletti. “Non posso essere a favore di nessuno – ha premesso il Mister - però è chiaro che per quello che ha fatto vedere l’Inter fino a questo momento qui è indicato che loro hanno molte potenzialità”. A proposito di potenzialità, Spalletti si è soffermato anche su un giocatore che ha ritrovato la maglia azzurra: Nicolò Zaniolo, attualmente in Inghilterra all’Aston Villa. “Zaniolo è un calciatore fortissimo. Se si vanno a scomporre le qualità per diventare un calciatore top Zaniolo ne ha molte. C’è soltanto sapersi autodisciplinare a dei comportamenti che possono aiutare nella professione che fanno. Debbono mettere mano a quella che è la bellezza che gli è stata donata. Non è che se si ha una caratteristica si vive di rendita, ci si alza presto la mattina e a lavorarci sopra per farla sviluppare al meglio”. Il ct della Nazionale Italiana ha poi commentato lo stato del nostro calcio, soffermandosi sulla crescita dei giovani. “Secondo me il nostro calcio è a un buonissimo livello, ci stiamo adattando a questa globalizzazione. I calciatori giovani dopo la Primavera nei propri club non devono sedersi in panchina, devono andare all’estero in un calcio di secondo livello di massima serie a farsi le ossa. Ci sono squadre italiane piene di giocatori che vengono dall’estero e che poi ambiscono a tornare nella propria nazione essendo leader o avendo fatto quel percorso che permette di crescere e di essere di livello top. Noi andiamo poco a fare questa esperienza all’estero”. Un commento anche sul girone dell’Europeo 2024, che vedrà gli azzurri contro Spagna, Croazia e Albania. “Non esiste un girone facile. Se la guardiamo dalla prospettiva dell’avversario aver beccato l’Italia come squadra di quarta fascia è ancora più difficile da accettare. Noi abbiamo la nostra storia, noi dobbiamo fare l’Italia: essendo campioni in carica abbiamo l’obbligo di tentare di vincere”.

"Nessun problema con De Laurentiis"

Il commissario tecnico della Nazionale si è soffermato sul rapporto con il suo ex presidente Aurelio De Laurentiis: “De Laurentiis ha il suo ruolo – ha detto il Mister degli Azzurri - ha le sue idee naturalmente e alcune cose io le ho usate e sono state importanti perché arrivassimo allo scudetto perché è una persona capace e intelligente. Altre cose le ho lasciate invece un po’ da parte perché potevano essere più da tappo o intralcio". Il tecnico azzurro ha poi proseguito parlando del suo carattere: “Una mia debolezza? Sono troppo innamorato di questo sport e mi lascio trascinare dentro l’emozione e a volte non riesco ad essere freddissimo anche se devo stare attento nell’essere giusto in tutto quello che faccio. Io permaloso? Secondo me no, io cerco di usare nel meglio possibile le cose che ho a disposizione per i risultati della squadra non per essere simpatico a qualcuno. Io non voglio essere amico di un calciatore perché gli do la maglia da titolare. Io voglio essere amico di un calciatore per quelli che sono i comportamenti che deve avere un allenatore corretto”. Spalletti ha poi proseguito sulla sua avventura a Napoli: “Ormai ho ricevuto la cittadinanza napoletana per cui sto attrezzandomi anche per saper cantare e saper fare anche l’attore perché i napoletani sanno fare tutto e in qualcosa mi devo adeguare perché ormai sono un napoletano doc. Sono affezionato alla città e ho usato Napoli per riuscire a vincere questo scudetto perché la loro passione e partecipazione emotiva hanno rimesso a posto i possibili errore di un percorso lungo e avendo una città che ha queste qualità e questo amore sfrenato per la propria squadra diventa faciale poi poter risistemare quello che non va come vorresti”. Il mister si è infine soffermato sulla partecipazione di tutta la squadra: “È venuto fuori un lavoro relazionale di tutte le componenti eccezionale l’anno scorso che ha permesso di fare questo percorso bellissimo, non solo il traguardo, anche nella strada tutti sono stati allo stesso modo importanti e non c’è stato un singolo che ha determinato tutto”.

"Natale cuore del mondo come il calcio"

Il Natale come il calcio è il cuore del mondo e noi speriamo che possa battere pieno di felicità in tutte le persone allo stesso modo”. È questo il messaggio di auguri che il CT della Nazionale di Calcio Luciano Spalletti ha voluto scrivere in una cartolina agli italiani durante l'intervista al TGPoste. Il Mister, in diretta dagli studi nella sede centrale di Poste Italiane a Roma, ha anche commentato il progetto della Nazionale di Calcio del Gruppo guidato da Matteo Del Fante: “Mi ripropongo di andare a vederli allenare – ha detto - perché sono convinto che ci sarà da imparare molte cose e visto che non hanno nessun campione sono stati bravi a fare squadra. Per Poste Italiane è perfetto avere questa sintesi di essere gruppo e di fare un calcio relazionale”. Spalletti ha chiuso con una battuta su Poste Italiane, il più grande datore di lavoro in Italia con i suoi 120.000 dipendenti: “Allenare voi è più complicato che allenare la Nazionale probabilmente”, ha aggiunto sorridendo.


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