Da centrale a terzino: ora Natan è in crescita

Il centrale del Napoli schierato da Mazzarri a sinistra in piena emergenza: con il Braga è stato Mvp e Top 11
Fabio Mandarini
4 min
Tagsnapoli

La vita è molto strana e spesso anche molto difficile, tutte cose che Natan ha imparato sulla propria pelle in Brasile sin da quando era soltanto un bambino e frequentava le scuole calcio di Serra, nello Stato dell’Espirito Santo, e poi le prime giovanili di un certo spessore. Tipo quella del Ponte Preta, Campinas, Stato di San Paolo, l’oasi felice di Careca: all’epoca il ragazzo giocava da terzino sinistro ma le cose non andavano per niente bene, e anzi all’ennesima porta in faccia finì anche al centro di un vortice emotivo personale estremamente delicato. Umore pessimo e nessuna voglia di continuare.  
Poi, la svolta: arriva al Flamengo e viene dirottato al centro, difensore centrale, cioè il ruolo per cui lo ha acquistato il Napoli. Per sostituire Kim. In mezzo a tante difficoltà: Garcia lo ha fatto esordire alla quinta partita, per un minuto in Champions a Braga, e poi lo ha lanciato a Bologna. E dall’epoca sono stati alti e bassi, in linea con l’andamento della squadra. E poi, beh, è ritornato il Braga, però al Maradona, ed è accaduta una cosa affascinante considerando la sua storia: è stato eletto Mvp, migliore in campo della notte di coppa che ha regalato gli ottavi, però giocando da terzino sinistro. Adattato per sostituire gli infortunati Mario Rui e Olivera come con l’Inter e la Juve, ma con risultati decisamente migliori soprattutto in fase offensiva. Con tanto di azione travolgente e assist per il bis di Osimhen. Alé: buona idea di Mazzarri. E pensare che in Brasile, da piccolo, lo avevano quasi trascinato sull’orlo di una crisi. 

Natan nella top 11 e 16

L’Uefa lo ha anche inserito nella top 11 della settimana, ma a sorpresa non da esterno: sulla fascia sinistra è stato piazzato Samuel Lino dell’Atletico Madrid e Natan, invece, è stato piazzato al centro della difesa a tre (sì, la formazione ideale della settimana è un 3-5-2). Cambia poco, comunque, è tutta forma e sono numeri: ciò che conta è aver alzato il trofeo del migliore della partita al cospetto di mamma e papà, sbarcati a Napoli per la prima volta da quando s’è trasferito per trascorrere insieme il Natale, e ovviamente aver conquistato la qualificazione agli ottavi di Champions. 

Napoli, scommettiamo?

E ora, il Cagliari. Anzi: prima una partita a biliardo con papà, «un uomo felice», come ha scritto nella storia pubblicata ieri su Instagram, e poi magari il bis domani in campionato: un’altra vittoria e un’altra prestazione doc da terzino sinistro, in attesa del ritorno di Mario Rui - vicino al recupero - e Olivera. La certezza è che Mazzarri, inizialmente orientato a schierare Juan Jesus sulla fascia, crede molto nelle sue potenzialità: lo ha paragonato al primo Bremer allenato al Torino, quello in difficoltà prima dell’esplosione, e poi non ha avuto timore di scommettere sul suo futuro. «Sapevo che Natan aveva doti importanti, era demoralizzato. Ha grandi potezialità e va sostenuto». A sinistra o al centro che sia: «Migliorerà con il tempo, il futuro è suo», ha detto Walter dopo il Braga. Dopo l’assist a Osi, un paio di galoppate interessanti e qualche spunto nel gioco aereo e nell’uno contro uno. Certo deve crescere, migliorare dal punto di vista tattico e della marcatura, ma sotto questo profilo l’incontro con Mazzarri può rappresentare una svolta per la sua carriera: lui è un tecnico che cura ogni aspetto didattico, a cominciare dalla postura, e tutto sommato Bremer può testimoniare. Basta chiedere, no? Parlano anche la stessa lingua.  


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