The Champions
La Champions è ora, in questi 90' che fanno da passepartout per rimettersi in scia alle grandi, per far sentire loro il fiato; ma la Champions, e che Champions, è mercoledì sera, come sempre alla 21, quando l’urlo farà vibrare Napoli finché si può, sfiorando le stelle. Il Barcellona è un richiamo dell’anima, porta in sé tante storie e basterebbe rievocare Diego, la sua trattativa infinita, quelle settimane di quarant’anni fa che chiunque può riattraversare standosene sospeso sui fili della memoria. Poi, c’è il modernismo catalano, il tiki-taka, le sfide più recenti, i bracci di ferro andati a male e però comunque quel clima favolistico nel quale immergersi, per non staccarsi. E’ un ottavo di finale, può introdurre ad un luminoso, stordente quarto di nobiltà, può spalancare un Mondo - il Mondiale per club del 2025 - può rappresentare un volano per il campionato, può rigenerare, può rivitalizzare, può spingere il Napoli a ritrovare se stesso, a scrollarsi di dosso ogni forma di paura e riscoprire quella leggerezza perduta. Però se tutt’intorno ce ne sono cinquantamila - come con il Genoa - può essere più facile e pure più bello.