Mutti: "Kvaratskhelia? Non è la causa del calo del Napoli"

Le parole dell'ex allenatore sulla situazione degli azzurri e sul georgiano: "Come tutta la squadra, non si sta esprimendo al meglio"
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Kvaratskhelia? Non penso proprio sia solo lui la causa del calo del Napoli: come tutta la squadra non si sta esprimendo al meglio". Sono le parole dell'ex allenatore di Napoli e Cagliari Bortolo Mutti, intervenuto in diretta ai microfoni durante ‘Calcio Napoli 24 Live’ trasmissione in onda su CalcioNapoli24 TV. "Eravamo abituati a vedere tanti trascinatori lo scorso anno - prosegue l'ex tecnico -, è un momento di sofferenza generale che abbiamo notato anche col Cagliari, il risultato era ormai degli azzurri".

"Napoli, occasione contro il Sassuolo"

"Magari Kvaratskhelia ha sofferto tutto questo, ma non si può discutere assolutamente. Si può cambiare a questo punto della stagione? Il patrimonio tecnico c’è, sta al gruppo: l’allenatore dovrà lavorare sulle motivazioni, c’è da dire che con il Sassuolo potrebbe essere uno spartiacque per trovare slancio ed entusiasmo venuto a mancare dall’inizio alle prime difficoltà. Il Sassuolo è in difficoltà, non sa lottare per non retrocedere e potrebbe essere una occasione importante per ritrovare fiducia in ottica Champions League".

"Il Napoli doveva essere rafforzato"

Poi ancora sulla crisi del Napoli: "Una squadra che vince lo scudetto per me doveva essere rafforzata in maniera determinante, viste le partenze di Giuntoli, Spalletti e di alcuni giocatori: quando sei ai vertici devi avere ancora più fame, forse il Napoli non si è mosso nel modo giusto. Ieri a Cagliari avrebbe dovuto portare via la vittoria per aumentare le possibilità di recupero della stagione, le condizioni ci sono al di là di Calzona che farà quello che può. Come si può agire sulla testa dei calciatori? Gli azzurri sono top, bisogna lavorarci su nonostante abbiano la consapevolezza dell’errore fatto. Serve creare una situazione di benessere mentale da portare poi in campo sin dal match contro il Sassuolo, senza incidere sulle ferite già aperte: l’allenatore deve mettere nella testa dei giocatori la voglia di giocare la squadra e non da singolo, in modo da evitare la leggerezza che ha portato alla vanificazione del vantaggio”.


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