Romelu Lukaku è arrivato, ha segnato, ha fatto segnare, ha brindato e ha dato il cinque al Napoli. Detta così fa un po’ scena e poco più, ma in realtà l’immagine è la metafora dell’impatto del nuovo totem dell’attacco sul campionato della prima in classifica: con 7 partecipazioni attive articolate in 3 reti e 4 assist, Rom è il giocatore che ha preso parte a più azioni-gol nelle sue prime cinque presenze con la maglia azzurra in Serie A da quando il campionato è tornato a 20 squadre. Dal 2004-2005. Vent’anni di calcio, grandi centravanti e qualche fenomeno: il suo avvio è stato migliore di quello di attaccanti del calibro di Cavani, Higuain, Osimhen e anche Kvara, tanto per restare in tema di compagni di squadra. In classifica, per la verità, Khvicha e il Matador occupano il secondo posto alle sue spalle a quota 5, mentre il Pipita è terzo con Zalayeta, Milik e Allan a 4. In questa speciale lista, Osi è addirittura quindicesimo. Più basso di un altro protagonista della nuova era, David Neres. Ma questa è un’altra storia.
Napoli, l'avvio record di Lukaku
Il binomio Lukaku-Conte, insomma, continua a rappresentare una certezza: non conosce confini, Milano o Napoli che sia, e soprattutto resiste al logorio del tempo che passa. Anzi, se vogliamo, Romelu ha migliorato anche i numeri delle prime cinque partite giocate con il signor Antonio all’Inter: 3 gol nella stagione 2019-2020, come quelli realizzati in questo campionato, e 5 nella successiva, 2 in più, però sempre senza assist. Il carnet del bis fu più ricco di quello attuale dal punto di vista realizzativo, è vero, ma evidentemente negli anni Rom ha decisamente migliorato la capacità di assistere i compagni, senza però perdere il fiuto e il graffio che non possono mancare a un centravanti che si rispetti. In un solo concetto? Si direbbe che sia diventato più uomo squadra di quanto non lo fosse già nel biennio interista. Con un bel po’ di partite e chilometri in più nel motore: all’epoca aveva 26 e 27 anni d’età, mentre oggi ne ha 31 (a maggio ne compirà 32).
Lukaku rinuncia ancora al Belgio
Il Napoli, per acquistarlo dal Chelsea, ha speso 30 milioni di euro e gli ha riconosciuto più o meno 6 milioni a stagione con i bonus fino al 2027: ci ha creduto in maniera direttamente proporzionale alla stima e alla fiducia di Conte nei suoi confronti, nonostante le difficoltà incontrate per vendere Osimhen. Osi che nel 2020, all’esordio, collezionò una rete e un assist nelle prime cinque apparizioni. L’esplosione - dirompente - fu successiva, ma era un giovanotto con una fisicità, un carattere e capacità tecniche completamente diverse da quelle di Lukaku. La versione atletica chic di Romelu non è ancora andata in scena, certo, ma gradualmente migliora. E il suo modo di sentire la giocata e di premiare l’attacco della profondità dei compagni com’è accaduto con Neres e McTominay contro il Como è sintomatico del suo modo di interpretare il ruolo. Per completare: le altre rifiniture sono state per Kvara e Di Lorenzo a Cagliari, mentre i gol li ha realizzati contro Parma, Cagliari e Como su rigore. E ora, da oggi, sotto con il lavoro al centro sportivo di Castel Volturno: ha rinunciato ancora al Belgio, preferisce intensificare la preparazione in sede a caccia della migliore condizione.
Lukaku, che intesa con McTominay
Per la cronaca, ci sarebbe anche l’assist a McT contro il Palermo in Coppa Italia: sarà una casualità, ma con il centrocampista della nazionale scozzese riesce a capirsi con uno sguardo, diciamo anche al volo, tanto che il passaggio in Coppa arrivò 18 secondi dopo il loro ingresso in campo, mentre quello con il Como a 26 secondi dal calcio d’inizio. Clic, flash, foto-gol.