Napoli, la prova di forza
Il Napoli ha messo sotto la Juve così come il giorno prima l’Inter aveva fatto con il Como. Sono loro le candidate al titolo, non avevo bisogno di conferme - lo penso dal primo giorno - al punto che se a maggio lo scudetto finisse a un terzo parlerei certamente di impresa.
Conte ha concesso una sola conclusione seria a Spalletti, una in 95 minuti: la qualità di Yildiz ha saputo trasformarla nel gol che per qualche minuto ha frastornato il Maradona.
Raramente quest’anno avevo visto un Napoli altrettanto convincente, lucido, dominante. La frazione perfetta? Il suo primo tempo (strepitoso il quarto d’ora iniziale), in rapporto al valore nominale dell’avversario e non solo: è stato sensibilmente superiore per aggressività, capacità di recupero del pallone, costruzione, ricerca del vantaggio (ottenuto subito), intraprendenza e qui un discorso a parte lo merita David Neres che ha fatto ammattire Cabal e Koopmeiners, che avrebbero dovuto contenerlo, esaltandosi in almeno cinque occasioni nell’uno contro uno. E anche due e tre.
Sempre nei primi 45 minuti la Juve ha sofferto di brutto a centrocampo e in avanti non è praticamente esistita, giusto un paio di iniziative di Yildiz al quale Spalletti aveva chiesto di sostenere il peso dell’attacco.
Il “non solo” di cui sopra è facilmente (ri)spiegabile: da settimane Conte gioca con due terzi di Napoli, ieri gli mancavano De Bruyne, Meret, Lobotka, Gilmour, Anguissa, Gutierrez e naturalmente Lukaku.
Non trascuro tuttavia le due assenze pesanti di Spalletti: Bremer e Vlahovic non hanno alternative credibili, mentre Gatti, l’altro infortunato, non sembra godere della fiducia del tecnico.
Un autentico capolavoro, quello di Antonio: di ottimizzazione delle risorse e di conoscenze. Spalletti - organico inferiore - ha provato a investire nelle idee, ma stavolta non hanno funzionato anche per la superiore energia del Napoli: penso ad esempio al raddoppio teorico su Neres del quale ho accennato, all’attacco leggero presentato per un tempo e alla sostituzione di Yildiz nei minuti finali, ovvero poco prima che Hojlund firmasse il raddoppio. Insisto nel dire che Koopmeneirs a sinistra nei tre dietro è una boccia persa. E che questa Juve non dà mai l’impressione di poter vincere, e non mi riferisco esclusivamente alla sfida col Napoli.
Il ritorno di Luciano a Napoli è riassumibile in alcune espressioni del viso: sembrava afflitto da un complesso di inferiorità occasionale.
