Garcia: “Tornerei alla Roma per vincere. Spero di giocare con la Juve”

Le parole del tecnico del Lione: "La Champions anche ad agosto va bene. Nella Capitale tre anni importanti, tornerei un giorno per regalare ai tifosi un trofeo"
Garcia: “Tornerei alla Roma per vincere. Spero di giocare con la Juve”© ANSA
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ROMA - A Roma Rudi Garcia ha lasciato il cuore, così come i tifosi giallorossi sono rimasti molto legati al tecnico francese, ora alla guida del Lione. Il tecnico ha rilasciato un’intervista a Sky Sport parlando del suo passato in giallorosso e del suo presente in Francia. 

Com’è la situazione in Francia?
“In Francia c'è la stessa situazione che in Italia, ma con una settimana di ritardo. Ci sono molti dibattiti se riprendere o meno gli allenamenti. Se dobbiamo mantenere una distanza tra i giocatori sicuramente non si può giocare a calcio. Ci si può allenare in piccoli gruppi, ma non è possibile giocare una partitella. È difficile riprendere con questa situazione”. 

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Ha aperto una chat su WhatsApp con gli allenatori francesi?
“Sì, l’avevo creata per creare una raccolta fondi per i medici e gli addetti sanitari. Abbiamo creato questa raccolta con gli allenatori di prima e seconda divisione e abbiamo raccolto 120mila euro. Sicuramente in questa chat possiamo anche scambiare idee sulla questione della ripresa del calcio. Si è aggiunto anche Domenech, il presidente del sindacato degli allenatori. Siamo preoccupati per la situazione”.

Messaggio di Totti: “È tanto tempo che non ci vediamo, appena terminerà questo problema la verrò a trovare. Lei fa parte dei miei ricordi belli. Mi saluti Fred e Claud”
“Sono i miei vice, non sono sorpreso che li abbia salutati. Francesco è un uomo che conta molto per me, è un onore avere avuto un giocatore del genere in squadra. Mi emoziono sempre quando riguardo le immagini della Roma”. 

Cosa le è rimasto nei ricordi dell’esperienza alla Roma?
“Vedo le immagini della vittoria contro l’Inter… Ho scoperto Roma, la vostra cultura, la lingua e l’alleno ogni giorno in casa con la mia compagna. Adesso la cosa più importante è la salute di tutti, ogni giorno sono al telefono per sapere com’ è la situazione in Italia”. 

Garcia: "Un giorno mi piacerebbe tornare alla Roma"

Ha qualche rimpianto dell’avventura romana? Quella squadra ha fatto il massimo?
“Si può sempre fare meglio, ma non ho rimpianti. Sono fiero del percorso che abbiamo fatto. Abbiamo avuto un avversario di altissimo livello: la Juventus ha fatto il record di punti. Non so se la Juventus fosse più forte di noi, ma sicuramente aveva più esperienza. Sono contento di averle creato un po’ di problemi. Quando arrivai a Roma calpestavo le ceneri di una squadra che aveva avuto la brutta idea di perdere qualche mese prima la finale di Coppa Italia contro la Lazio. Poi però vincemmo il derby con il gol di Balzaretti, che sento spesso. Sono legato davvero molto a quei giocatori, eravamo un gruppo stupendo. Quella esperienza rimarrà per sempre nel mio cuore”.

Tornerebbe un giorno alla Roma?
“Io sto benissimo a Lione. Ovviamente spero di continuare qua e fare grandi cose, ma mai dire mai. Un giorno tornare a Roma, non solo per vedere gli amici e la famiglia, sarebbe veramente una bella cosa. Per il momento sto benissimo al Lione e spero di vincere qualcosa”. 

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È mai stato vicino a una squadra italiana?
“Durante la mia permanenza alla Roma e anche dopo ci sono stati contatti, ma poi non se ne è fatto nulla. Ho ripreso il mio percorso in Francia, al Marsiglia, e adesso sono al Lione. Vediamo se riusciremo a giocare la Champions contro la Juventus: questo virus ci ha tolto il piacere di andare in campo e dare gioia ai tifosi”.  

Garcia e la gara di Champions con la Juventus

La gara contro la Juventus ad agosto?
“Penso si possa giocare ad agosto. Le temperature sono un po’ più alte, ma basta giocare un po’ più tardi. Magari alle 22 come fanno in Spagna. Non penso che tutti i campionati possano riprendere allo stesso momento. In Germania sono più avanti, Italia e Francia sono state toccate di più dal virus. Speriamo di poter andare a Torino, ma la priorità è sicuramente la questione sanitaria. I giocatori sono in ansia, temono di poter contagiare qualcuno a casa”. 

Si aspettava qualcosa di più dalla Juventus? Quella che affrontava da allenatore della Roma era migliore?
“Era una squadra differente… La Juve rimane fortissima. Nel girone ha fatto benissimo. Prima di perdere contro di noi aveva fatto un percorso in Champions da Juventus. Adesso non sono più primi in campionato, ma con la loro esperienza riusciranno a vincere anche questo scudetto. Il Lione ha vinto contro una grande squadra europea”. 

Quando disse “Abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio”.
“In Francia non abbiamo due grandi club che giocano nella stessa città, per di più nello stesso stadio. La Lazio era orgogliosa di aver vinto la Coppa Italia qualche mese prima, e vincere quel derby ha rimesso le cose in ordine”.

Un suo ritorno in Italia?
“Ho già risposto alla domanda, ma mi piace questa dimostrazione d’amore del tifoso romanista. Non dimenticherò mai i tifosi, sono tra i migliori al mondo. Non solo la Sud che è il cuore dell’Olimpico, ma anche tutta la tifoseria. Mi auguro che la Roma possa vincere presto. Il campionato è complicato, ma un trofeo manca davvero da troppo tempo. Non ho rimpianti, ma vincere un trofeo sarebbe stato davvero magico. Tornare un giorno? Perché no, proprio per vincere un trofeo. Ma lo ripeto anche per i giornali francesi, sto benissimo al Lion (ride, ndr)”. 

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“Rocco è una persona speciale, lo adoro. Siamo ancora in contatto, l’ho sentito poco tempo fa".

Il ricordo più bello a Roma?
"Sul piano calcistico il primo derby. Festeggiare sotto la Sud con i giocatori non era previsto, ma ricordo che De Rossi mi prese per mano e mi portò con loro. Sul piano personale invece ho incontrato la mia compagna attuale. Roma non è una città, è la storia. Quando cammini per le vie scopri la storia del mondo. Me la sono goduta in tre anni importantissimi". 

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Garcia e l'addio alla Roma

Che valore aggiunto era avere un buon rapporto con i romani dello spogliatoio?
"Al Lille ho avuto alcuni giocatori del vivaio, ma a Roma è una cosa unica. Parliamo di Totti, De Rossi, Florenzi: questi giocatori sono la Roma. Prima del derby parlai con De Rossi per non fargli vivere il derby prima della partita: per loro quella partita era questione di vita o di morte. Totti poi, che ha giocato solo in una squadra: sono cose che accadranno pochissime volte, e per me è stato un onore allenare una bandiera del calcio. Adesso le bandiere non ci sono più, anche Florenzi è andato al Valencia. Seguo le loro vite e seguo chi nel club potrà essere il loro erede. Pellegrini è uno di questi. Di Totti non ce ne potranno essere, ma spero potranno esserci altri De Rossi e Florenzi". 

Perchè è finita tra lei e la Roma?
"Si poteva andare avanti ma il calcio è così: non è solo la voglia dell'allenatore, ma c'è anche chi decise e chi - a volte sbagliando - prende le decisioni. Nel calcio non c'è tempo, in poche giornate se non ci sono risultati (come tre pareggi di fila) arriva un'ansia che fa dimenticare tutto quello che è successo prima. Così è il calcio, e io ho sempre la valigia pronta all'entrata di casa. La storia ha spesso dimostrato che cambiare allenatore non fa cambiare i risultati nel corso della stagione. L'importante è poter guardare se stessi nello specchio e pensare di aver fatto il massimo".

Un giocatore della Roma che porterebbe al suo Lione?
"Questa è una domanda trappola, perché sono contento della mia rosa al Lione (ride, ndr). Speravo di poter giocare contro la Roma, ma per il momento non è successo. Speriamo di poterla incontrare un giorno in Champions". 

De Rossi diventerà un grande allenatore? È difficile gestire Balotelli?
"Ho sentito Mario qualche giorno fa, per chiedergli come stava a Brescia. Ho avuto un buion rapporto con lui, è una persona particolare e da scoprire. È un uomo con sentimenti molto profondi. Al Marsiglia gli ho detto subito cosa mi aspettavo da lui: sul piano individuale è tra i più forti che ho allenato, avrebbe potuto fare di più. Con lui ho un ottimo rapporto, non è come la gente pensa. Spero riuscirà a salvare il Brescia, può ancora fare grandi cose. De Rossi? Ho il rimpianto di non essere andato a vederlo giocare in Argentina. Sono stato un po' triste quando è andato, speravo potesse giocare con una sola maglia. Ha le capacità per diventare un allenatore di alto livello, ma anche l'intelligenza di imparare il mestiere e non solamente diplomarsi a Coverciano. Allenatore della Roma? Perché no, è la sua squadra". 

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"Mi mancano le partite di padel. Scambiavamo delle idee, sono stupito del talento di Max. Fare il suo mestiere è incredibile".

Garcia e l'addio di Totti

Che effetto le fa vedere Totti e De Rossi lontano dalla Roma? A Torino potrebbero fischiarla... Il gesto del violino lo rifarebbe?
"A Marsiglia mi odiano perché sono andato al Lione, a Lione mi odio perché arrivo dal Marsiglia. Bisogna avere rispetto per tutti i club, ma forse lo stiamo un po' perdendo. Tifare la tua squadra non è odiare un'altra squadra o un altro allenatore. Spero che un giorno potranno cambiare queste cose. Ho rispetto per la tifoseria per la Juve, succederà quello che succederà. Non ho rimpianti nella mia vita. Il violino? Non vedo un gesto irrispettoso per loro. Totti? Ho pianto come tutto guardando la sua gara d'addio. Lo stadio era bellissimo, ma il modo in cui è arrivato l'addio non mi è piaciuto per niente. Andava preparato meglio questo addio".

Videomessaggio di Gervinho: "Grazie mister, sei stato molto importante per me"
"Lui è come un figlio per me. È emozionante risentire le sue parole". 


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