Roma, Pallotta spinge ma Friedkin tace

Ecco gli ultimi sviluppi sulla trattativa per la cessione del club giallorosso
Roma, Pallotta spinge ma Friedkin tace© ANSA
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Il silenzio continua ma assomiglia a quei vulcani silenti, in cui bolle sempre qualcosa. Dan Friedkin ha preso le distanze dalla Roma, mentre il signor Vitek si è sfilato dall’affare stadio. Eppure niente è compromesso in maniera defi nitiva, tanto è vero che la società ha ripreso il pressing con il Comune per calendarizzare la discussione della convenzione urbanistica. E Pallotta, negli Stati Uniti, sta cercando di tenere in piedi la trattativa per vendere il club, prima di tutto con Friedkin ma non soltanto con Friedkin (la banca Goldman Sachs sta già consultando altri potenziali investitori).

Ribasso

Occorre però pazientare. Nell’alta finanza ogni movimento e ogni battuta d’arresto hanno uno scopo. Friedkin ha un figlio che si chiama Ryan e che freme dalla voglia di trasferirsi a Roma per imparare a guidare un’azienda di calcio. E quando i figli chiedono, è difficile non accontentarli. Proprio ieri sono emersi segnali di nuovi contatti, lenti ma non inesistenti. Nelle prossime settimane, quando il destino del campionato sarà stato stabilito, i due imprenditori torneranno a parlare la lingua che conoscono meglio, quella degli affari. Nella speranza, non facile ma neppure impossibile, di ritrovare una convergenza d’interessi e quindi un punto di incontro. La forbice si è allargata fino alla potenziale rottura (620 chiede ora Pallotta, scontando già 90 milioni rispetto a dicembre, mentre Friedkin non vuole superare i 500) ma le cose d’acciaio, come i patti tra gentiluomini, si possono sempre accomodare.

Ordinario

Nel frattempo Pallotta sta affrontando la transizione limitandosi a tamponare l’emorragia finanziaria. Non è la situazione ideale per lui, pressato dai principali soci per abbandonare la Roma e citato in giudizio dai piccoli azionisti per una presunta irregolarità gestionale.


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