ROMA - Uno sta dimostrando una duttilità rara, temprata al fuoco del carattere e del mestiere. L'altro si è deciso a mandare bagliori da giocatore, dopo un triennio fatto di continui agguati della malasorte e qualche occasione persa. Bryan Cristante e Rick Karsdorp hanno storie, parabole e caratteristiche diverse, ma anche qualche analogia.
Coetanei
Intanto l'età, visto che sono nati nel 1995, a 20 giorni di distanza: l'11 febbraio l'olandese, il 3 marzo l'italiano. Sono entrambi colpi di Monchi, che li presentò alla sua maniera: Karsdorp era un “grande calciatore per il presente e per il futuro”, Cristante “il miglior centrocampista italiano della scorsa stagione”. E poi l'analogia più fresca: tutti e due sono usciti rafforzati dal complicato match con il Sassuolo.
Bryan
Cristante l'ha disputato con autorevolezza da difensore centrale, l'abito che veste più spesso in questo scorcio di stagione. Su dieci partite giocate dall'inizio, ne ha vissute appena quattro nell'abituale ruolo di centrocampista: tre volte in Europa League e soltanto una in campionato, contro il Benevento. Per il resto ha fatto il centrale arretrato nella difesa a tre. Un ruolo che, per sua stessa ammissione, ama poco, ma nel quale incontra l'evidente gradimento di Fonseca. Non essendo un velocista, agisce più che altro in seconda battuta, quasi da libero. [...]
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