Frongia: “La Roma non ci ha mai chiesto il Flaminio”

L'assessore allo Sport della Capitale: "Abbiamo contatti quasi quotidiani con il club giallorosso, ma non si è mai parlato dell'impianto"
Frongia: “La Roma non ci ha mai chiesto il Flaminio”© Bartoletti
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ROMA - Lo stadio Flaminio è in attesa di un proprietario. Lo scorso 27 ottobre in Campidoglio la sindaca di Roma Virginia Raggi e l'assessore allo Sport Daniele Frongia avevano presentato il piano di conservazione dello stadio Flaminio portato avanti da Francesco Romeo, professore del Dipartimento Ingegneria Strutturale e Geotecnica della Sapienza, e finanziato da Getty Foundation

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Quest'oggi l'assessore Frongia ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni del TGR 3 Lazio sullo stadio chiuso nel 2011: "Il Flaminio non sarà abbattuto anzi, stiamo andando verso la direzione opposta. Dal 2016 abbiamo fatto diversi interventi di bonifica, pulizia e rimozione di detriti. La Roma? Abbiamo contatti con il club quasi quotidiani per le iniziative sul sociale ma sul tema Flaminio non si sono fatti avanti né con me né con la sindaca Raggi".

Il piano di restauro dello stadio è stato messo a punto in tre anni dalla facoltà di Architettura della Sapienza affiancata dalla fondazione della famiglia Nervi e da DoCoMoMo, un’associazione impegnata nella difesa delle architetturemoderne: "Abbiamo voluto lasciare fuori tutte le voci che ci dicevano che sarebbe stato impossibile un piano di conservazione dello stadio Flaminio, quello che all’epoca era un sogno e per il quale ci prendevano per pazzi - ha dichiarato la Sindaca Raggi durante presentazione del progetto -. La rigenerazione urbana non deve distruggere e ricostruire ma può essere conservativa con gradi di flessibilità. È stata una sfida contro tutti e l’abbiamo vinta. Abbiamo dimostrato che si può partire da qui per andare poi avanti. Oltre allo stadio Flaminio ci siamo interrogati sul destinodell’area urbana adiacente. Non possiamo rassegnarci al fatto che dobbiamo lasciare andare le strutture nel loro decadimento: rigettiamo questa ipotesi. La rigenerazione urbana è un grandissimo strumento di recupero conservativo del nostro patrimonio, anche per raccontare la storia della città riprendendo anche gli elementi identitari di Roma, inserendoli in un contesto che naturalmente è cambiato. Roma è cambiata, dobbiamo riprendere questi elementi che ci caratterizzano e farne qualcosa di importante. Noi partiamo dal piano di conservazione per lavorare sul Flaminio e sul contesto: a breve ci saranno possibilità di sviluppo che grazie a questo lavoro che diventerà sempre più concreto. La città può tornare a mettersi in moto mantenendo salde radici rispetto alla sua identità”.


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