Bodo-Roma, c'è del marcio in Norvegia

Pesantissimo scambio di accuse tra i due club dopo il quarto di finale di Conference. « L’allenatore Knutsen ha dato un pugno a Nuno Santos». I norvegesi: « Noi gli aggrediti». Un autentico scandalo. E giovedì c’è il match di ritorno
Bodo-Roma, c'è del marcio in Norvegia© AS Roma via Getty Images
Ivan Zazzaroni
6 min

Will Smith fa proseliti. Due settimane dopo la notte degli oscar (del pugilato) ha trovato un sorprendente emulo in Kjetil Knutsen, il cinquantatreenne allenatore del Bodø/ Glimt, il cui Chris Rock non fa il comico di professione bensì il preparatore dei portieri della Roma: è Nuno Luis Costa Santos, detto Cebola, originario di Setubal, come Mourinho. Per quasi vent’anni portiere di ruolo - Vitoria, Leeds, Benfica, Rochester Rhinos, Arouca e numerosi altri club in ogni parte del mondo - Nuno è da tre stagioni nello staff dello Special ed è talmente legato al tecnico da risponderne addirittura fisicamente.

Ciò che è accaduto dopo la partita di Conference League ha dell’incredibile, un autentico scandalo, per la dinamica ma anche per la tempistica, l’aggravante nient’affatto generica. Necessaria una premessa: alla vigilia Knutsen aveva già manifestato la propria avversione per Mou e i suoi collaboratori sottolineando che «è buffo, a volte il quarto uomo sta lì ad assicurarsi che io non lasci mai la mia area tecnica mentre dalla panchina della Roma in cinque o sei corrono dietro al guardalinee senza nessuna conseguenza. Ci scherzo su, per me possono pure entrare in campo. Quando c’è una sfida in corso mi concentro su quello che facciamo noi, quello che succede sull’altra panchina non mi riguarda, a meno che non interferisca con il nostro lavoro. Noi cerchiamo sempre di comportarci in modo educato, è un valore importante». Visto ciò che è successo giovedì mi viene da dire che quando Dio distribuiva la coerenza Knutsen stava ordinando una carbonara e un’insalata scondita.

I fatti ora: durante la partita Knutsen si è occupato a più riprese della panchina di Mou, in particolare di Nuno Santos, il romanista a lui più vicino. Da qui in avanti uso il condizionale, per l’inevitabile urgenza di correttezza: a un certo punto Knutsen avrebbe cominciato a inveire in inglese contro Santos mandandolo affanculo e dandogli del figlio di puttana (son of a bitch). Santos si sarebbe ripetutamente rivolto al quarto uomo segnalando il comportamento dell’allenatore. La cui vittoria ha riportato la calma, solo apparente. Trascorsa un’ora dal fischio finale e terminati gli incontri con la stampa, Knutsen ha infatti incrociato nel corridoio Santos, Mourinho e un addetto alla sicurezza della Roma (poco più in là era presente il delegato Uefa). Con aria di sfida avrebbe (ha) fissato per qualche secondo Santos, il quale ha fatto in tempo a chiedergli se avesse qualche problema prima di ricevere un cazzotto in faccia.

Per inciso, l’arbitro olandese Gözübüyük, 36 anni, chiare origini turche, e i suoi assistenti erano già rientrati in hotel. Santos avrebbe reagito, ma la rissa si sarebbe conclusa in pochi istanti essendo sopraggiunte altre persone. Nessuno ha potuto riprendere la scena, soltanto dopo che tutto si era risolto è spuntata la ripresa fatta con uno smartphone; video che il Bodø vorrebbe fosse mostrato al pubblico. La segnalazione dell’aggressione è arrivata alla polizia.

Secondo quanto ha riportato Nettavisen, le forze dell’ordine hanno aperto un’indagine sull’accaduto. A Tv 2 il responsabile del distretto di polizia, Kristian Karlsen, ha minimizzato. Ieri il Bodø ha emesso un comunicato fornendo la sua versione, resta inteso che Nuno Santos il pugno l’ha preso (parola di Lorenzo Pellegrini).

Così il Bodø: «Il comportamento della Roma non è solo un attacco fisico all’allenatore Kjetil Knutsen, è un attacco sistematico ai valori di Glimt. Noi come piccolo club non possiamo stare con il cappello in mano e accettare un simile comportamento». Il comunicato prosegue riportando le dichiarazioni dello stesso Knutsen: «Lavoro nel calcio perché è qualcosa che mi appassiona e mi dà gioia. Vivere da vicino una manipolazione antisportiva mi rende triste».

Il video, scrive il Bodø, conferma l’attacco a Knutsen: «La Roma» conclude il club «sta bombardando i media di falsità nel tentativo di nascondere il comportamento antisportivo. C’è un video dell’incidente che mostra l’aggressione a Knutsen da parte di rappresentanti dell’apparato di supporto della Roma». Knutsen si è detto scioccato dal comportamento “riprovevole” che la Roma avrebbe tenuto durante la partita: secondo il Bodø, Santos si sarebbe posizionato “illecitamente” fuori dall’area dedicata allo staff tecnico «dove ha continuamente molestato verbalmente Knutsen». Il club norvegese se ne sarebbe lamentato con il quarto uomo e il delegato Uefa in più di un’occasione. Le denunce non sono state ascoltate e l’allenatore dei portieri della Roma, sempre nella versione della società nordica, ha potuto proseguire senza ostacoli. «Tutto è culminato in un attacco fisico a me nel tunnel» è di nuovo Knutsen. «Di solito, per come sono fatto di natura, mi ritiro. In questo caso sono stato aggredito fisicamente: mi ha afferrato per il collo e mi ha spinto contro il muro. Ho dovuto difendermi. Ci sono cose normali durante una partita e poi ci sono comportamenti come quelli di giovedì notte».

Mentre la Roma è rimasta fino all’una a disposizione delle autorità locali per fornire dettagli sul vergognoso episodio, soltanto ieri il Bodø ha denunciato Santos alla polizia e ora si dice fiducioso che un organo terzo ignorerà le “affermazioni errate dell’allenatore della Roma”. Giovedì le due squadre si incontreranno di nuovo all’Olimpico: l’Uefa, promotrice della campagna a favore del Fairplay, ha il dovere di arrivare in fretta alla verità e di prendere provvedimenti seri. Non c’è alcun oscar da ritirare, solo il calcio da ripulire.


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