Roma, no al Barcellona per il Trofeo Gamper: ecco cosa c'è dietro

Interessi convergenti tra Al-Khelaifi, avversario della Superlega, e i Friedkin: lo sgarbo che ha mandato i blaugrana su tutte le furie è nato qui e porta un messaggio preciso
Dan Friedkin e il primo giorno a Trigoria© LAPRESSE
Alessandro F. Giudice
5 min

C’è la Superlega e una guerra che si combatte ancora sottotraccia, dietro la fragorosa rinuncia della Roma al Trofeo Gamper che ha mandato il Barcellona su tutte le furie. A dispetto delle debolissime motivazioni ufficiali esiste, in realtà, un asse sempre più stretto tra i Friedkin e il potente Nasser Al-Khelaifi, presidente del Paris Saint-German e dell’Eca (l’Associazione dei Club Europei). Due giorni fa, con un comunicato sibillino, il club giallorosso ha annunciato di ritirare la propria partecipazione al torneo, in programma al Camp Nou il 6 agosto. Nel comunicato si citavano misteriose “necessità di modificare la pianificazione delle amichevoli estive, al fine di creare le migliori condizioni possibili di lavoro”. È credibile che un perfezionista maniacale come José Mourinho, uno che pianifica con largo anticipo pure i dettagli più insignificanti, cambi improvvisamente idea su un programma fondamentale come la preparazione estiva alla nuova stagione? Il Trofeo Gamper cade esattamente otto giorni prima dell’inizio del campionato: possibile che l’area tecnica romanista non avesse chiari gli impegni da mettere in calendario nell’ultima decade (la più importante) della preparazione? Decisamente non credibile.

Superlega, come nasce il no della Roma

Nel comunicato si alludeva all’idea di sostituire la sfida del Camp Nou con “altri impegni, meno impattanti sotto il profilo degli spostamenti”. Nulla di più assurdo che considerare “impattante” un volo di appena due ore, nell’epoca in cui si organizzano tournée transcontinentali e si va a giocare la Supercoppa italiana in Cina o in Arabia Saudita. Cosa c’è veramente dietro un annuncio choc a cui il Barça ha immediatamente replicato precisando che “la Roma ha deciso di rescindere, unilateralmente e senza giusta causa, il contratto firmato da entrambe le parti per la disputa del Trofeo Joan Gamper”? Quali imprescindibili ragioni, di ordine superiore, hanno spinto la Roma a esporsi a un imbarazzo senza precedenti e perfino al rischio di prevedibili azioni legali? Tanto più che i contratti erano stati firmati e il Barcellona aveva già venduto molti biglietti. Se possiamo pacificamente escludere la motivazione tecnica, cosa può mai giustificare questa scelta? La spiegazione risiede nei rapporti, molto stretti, tra i Friedkin e Nasser Al-Khelaifi, alleato di Ceferin nella guerra al trio dei ribelli (Juventus, Real Madrid, Barcellona) che ancora tengono nel cassetto il sogno della Superlega. Friedkin è entrato nel consiglio di amministrazione e nel comitato esecutivo Eca l’estate scorsa e lo stesso Al-Khelaifi ne ha salutato l’ingresso con complimenti pubblici. Il gruppo americano che guida la Roma, dal canto suo, ha anche interessi alberghieri che si intersecherebbero con quelli del magnate qatariota: hotel di lusso, resort e investimenti in comune. Pare. 

Roma, il messaggio al Barcellona

E proprio Nasser avrebbe rivolto forti pressioni sui Friedkin per ottenere che un club amico come è certamente, a questo punto, la Roma non giochi amichevoli o tornei estivi con il gruppo degli irriducibili. Richiesta andata, evidentemente, a segno mentre il Milan non sarebbe dello stesso avviso, trovandosi in queste ore impegnato a negoziare la possibile sostituzione della Roma nell’edizione 2022 del Trofeo Gamper. Non è forse casuale che Barcellona non abbia programmato amichevoli estive in Europa: emigrerà negli Stati Uniti, dove ha organizzato amichevoli con l’Inter Miami e i New York Red Bulls cioè avversarie esterne al perimetro Uefa-Eca. Poi, sempre negli Usa, il “triangolare dei ribelli” con Juve e Real Madrid. Il Gamper era l’unica data europea, l’ultima amichevole prima dell’esordio nella Liga. Lo sgarbo della Roma pare dunque un messaggio molto preciso. 


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