Solbakken: "Vorrei giocare, ma aspetto il mio turno. E sulle tifose..."

L'attaccante norvegese racconta in patria come si sta adattando alla sua nuova vita in Italia
Solbakken: "Vorrei giocare, ma aspetto il mio turno. E sulle tifose..."© AS Roma via Getty Images
Chiara Zucchelli
3 min

Non sta giocando molto, con 3' in appena 2 presenze, ma Ola Solbakken è comunque molto felice, e divertito, dal suo arrivo alla Roma. Lo racconta in un'intervista in Norvegia, a "Nettavisen" in cui parla di tutto quello che è cambiato nel suo primo mese romano: "Sta andando bene anche se - ammette - è tutto molto faticoso".

Solbakken e Mourinho

"Non mi aspettavo di giocare subito - ha aggiunto l'ex Bodo - ma già il fatto che mi metta in campo a volte è positivo. Vorrei giocare il più possibile, ma sarò paziente e lavorerò duro". Sul rapporto con Mourinho Solbakken dice: "Ci vorrà un po' di tempo per crescere, per ora l'allenatore non mi vede per più di 20 o 25 minuti, ma va bene. Stanno lavorando tutti tanto e io so che potrò contribuire in qualche modo. Mou è molto caloroso, simpatico e gentile. Si prende cura di te e di tutto ciò che ti circonda. Tatticamente, è come sembra. La cosa più importante sono tre punti. Come si fa non è la cosa più importante, altre cose vengono dopo. È la squadra che è al centro dell'attenzione. Mi usa in campo se lo merito. Se non pensa che io sia abbastanza bravo, niente".

Solbakken e i tifosi

Sul rapporto con Roma e i romanisti Solbakken spende parole di affetto e di divertimento: "E' tutto molto nuovo e diverso per me, ma va bene. Mi piace. E' tutto assolutamente estremo, più di quanto pensassi. L'interesse è enorme e non arriva solo da bambini e ragazzi. Ci sono molti uomini adulti tra i 30 ei 40 anni e oltre che sono molto appassionati". E qui Solbakken racconta un aneddoto: "Eravamo a una cena con i tifosi. C'erano circa 500 persone e non c'era posto per altre. C'erano donne adulte di età superiore ai 60 anni che cantavano a squarciagola e si toglievano tutto. Non posso andare al negozio in pace. Potrei essere stato un volto familiare a Bodø, ma qui è molto più forte e speciale. Continuo a pensare che sia strano e non capisco bene perché sono così interessante. L'Olimpico? Aspetti con ansia le partite casalinghe e capisci di più quanto sia grande la differenza tra casa e trasferta. Ci sono tifosi così bravi qui a Roma e non è solo il nucleo dei tifosi (gli ultras, ndr), ma assolutamente tutti. È un grande vantaggio per noi".

 


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