Caso Zaniolo, parla lo psicologo: “Ora deve chiedere aiuto”

Intervista al dottor Sacco psicologo dello sport: «Un sostegno può farlo entrare in una fase nuova»
Caso Zaniolo, parla lo psicologo: “Ora deve chiedere aiuto”© BARTOLETTI
Jacopo Aliprandi
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ROMA - «Nicolò si faccia aiutare, per superare la difficoltà e renderla un’opportunità». È l’opinione del dottor Antonio Sacco, psicologo del Genoa e consulente di tanti giocatori di Serie A e B. Un aiuto all’attaccante per superare la crisi professionale e personale e trasformarla in una crescita e un insegnamento per il futuro.

Dottor Sacco, quanto influisce il malessere psicologico nelle prestazioni sportive?
«Se il giocatore non è sereno mentalmente le conseguenze sono evidenti. Il giocatore fa fatica a essere dentro il match, fa fatica a essere lucido nelle scelte in campo e a utilizzare potenzialmente al meglio le sue capacità. Se non si è sereni mentalmente è impossibile esprimersi in campo al 100%».

Molto spesso si tende a non comprendere a fondo il malessere di un atleta.
«Mi capita di parlare di questo aspetto anche con i giocatori, del tifoso che pensa “Con quello che guadagna potrà mai avere un malessere psicologico?”. Tendenzialmente l’atleta di vertice viene spersonificato. Per un tifoso il giocatore è come se fosse una scatola vuota, come se lo considerasse in chiave personaggio e non persona. Vedendo quindi solo l’involucro. Un atleta è prima di tutto una persona, e ha un suo mondo, un suo bagaglio umano. È identico a ognuno di noi, si tratta di un essere umano. Ciascuno di questi ragazzi vive momenti di difficoltà e ha le sue fragilità. Chiaramente per loro la difficoltà - personale o lavorativa - viene amplificata, e in un momento problematico non arriva quell’aiuto che può indirizzarli sulla via migliore».



Zaniolo secondo lei ha bisogno di un aiuto per uscire dal suo malessere psicologico?
«Il libero arbitrio in questo caso è sovrano. Nessuno può essere aiutato se non lo desidera o non lo accetta. Il lavoro mentale funziona solo nel momento in cui si decide di chiedere aiuto. Quando l’atleta sceglie di essere aiutato lo deve fare con figure adeguate. Non sappiamo nulla di quello che sta accadendo nella testa di Zaniolo, quindi lo dico con il massimo rispetto per lui, ma sicuramente in questo momento ha necessità di un aiuto. Quando si è giovani forse si ha qualche strumento in meno, qualche esperienza in meno di vita che ti può permettere di affrontare un momento di difficoltà. Chiedere un aiuto non è una debolezza, ma un atto di forza. Avere la lucidità di alzare la mano e dire “Ho bisogno di un supporto”. L’importante è valutare bene a chi chiedere sostegno . Se poi l’approccio è quello corretto, il momento di difficoltà si trasforma in una grande opportunità. Per conoscere qualcosa di se stessi che prima non si conosceva, per avere maggiori consapevolezze che fanno percepire di aver conquistato qualcosa, di aver raggiunto interiormente un livello differente. Ma anche per affrontare un nuovo momento di difficoltà - dentro e fuori dal campo - con altri mezzi rispetto al passato».

Un aiuto per superare il momento e trarne un vantaggio sul futuro.
«Esattamente. Nicolò di sicuro non è in un momento facile della carriera professionale e, di conseguenza, di vita personale. Se lo ritiene opportuno potrebbe essere utile per lui un supporto, ma comunque ha bisogno di un aiuto perché la difficoltà c’è e quando si è giovani non è facile affrontare da soli certi momenti. Quando le situazioni sono complesse avere uno psicologo vicino è un valore aggiunto. Per Zaniolo questa potrebbe essere un’opportunità di crescita, un momento da cui trarre vantaggio per la sua carriera professionale e per la sua persona. A patto che lui voglia lavorarci sopra e sfruttare questa situazione, per quanto sia complicata, come un’opportunità. Quando si è in difficoltà non è facile pensare in modo costruttivo, per questo una persona esterna può aiutare il giocatore a uscire dalla criticità e a trasformarla in una crescita personale».


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