Mourinho resta senza punte: l’organico della Roma sempre più corto

Via Zaniolo e Shomurodov, Solbakken non è pronto e non può giocare in Europa. Dybala e il ritrovato Abraham sono le certezze
Mourinho resta senza punte: l’organico della Roma sempre più corto© BARTOLETTI
Guido D'Ubaldo
4 min

Mourinho perde i pezzi. Si è chiuso il mercato di gennaio con l’appendice turca e la Roma, già con un organico corto - con il quale, secondo l’allenatore, andare in Champions sarebbe un miracolo - si ritrova con due attaccanti in meno: Zaniolo e Shomurodov. Dal primo gennaio è arrivato Solbakken, è vero, ma il suo contributo va considerato parziale. Innanzitutto perchè è stato escluso dalla lista Uefa, che non potrà essere modificata dopo la partenza di Zaniolo. La Roma resta così, con un senso di parzialità che si porta dietro dall’inizio della stagione, acuito dalle ultime operazioni di mercato. Il terzo posto conquistato nell’ultima giornata, i 40 punti conquistati dopo ventuno giornate sono mostrati con orgoglio da Mourinho, che non ha preso bene la partenza di Zaniolo senza avere la possibilità di sostituirlo. Il tecnico portoghese è stato chiaro sul caso che ha agitato la Roma, non ha difeso il giocatore che con la sua decisione, comunicata allo Special One e a Tiago Pinto prima di Spezia-Roma (“non giocherò più con la maglia della Roma”) ha messo in difficoltà l’allenatore, che prima dello strappo lo aveva sempre sostenuto, utilizzandolo da titolare 13 volte nelle 16 partite nelle quali è stato disponibile. Josè è stato chiaro anche sabato sera, quando, sollecitato ancora su Zaniolo in conferenza stampa, ha detto: «Deve risolvere il problema con la società, non con me». I rapporti tra i due si sono deteriorati negli ultimi tempi. Il giocatore, con il suo ritardato no al Bournemouth, non ha neppure permesso alla società di avere il tempo di cercare un sostituto.

Attacco depauperato

La Roma terza in classifica e ancora in corsa per l’Europa League si ritrova con un parco attaccanti ridotto all’osso: Abraham, Dybala, Belotti, e Volpato, con El Shaarawy che all’occorrenza può tornare a giocare più avanti, come ha fatto a La Spezia, proprio per supplire all’improvvisa defezione di Zaniolo. Poi c’è Solbakken. Già, Solbakken. Dopo la partita contro l’Empoli, Mourinho era stato molto esplicito: «E’ arrivato il 1° gennaio, non ha svolto il periodo di preparazione in cui poteva capire la squadra, non capisce ancora le dinamiche. Non posso giocare con un calciatore che non capisce pressare alto, o il modulo nostro. Deve imparare a giocare con noi». Al norvegese servirà ancora tempo, quando sarà pronto potrà dare il suo contributo solo in campionato, non in Europa, dove dimostrò il suo valore, rifilando tre gol alla Roma da attaccante del Bodo.

Solo due gol

Zaniolo era stato utilizzato da Mourinho da trequartista, a volte anche da seconda punta al fianco di Abraham. Ora viene meno un giocatore che, numeri alla mano, ha dato un contributo minimo in questa stagione: un gol in serie A, un gol e tre assist in Europa League. Abraham ha superato il periodo di flessione, è tornato ad essere un titolare inamovibile. Belotti deve ancora dimostrare il suo valore e meritare la conferma. Una delle pochissime certezze di Mourinho resta Dybala. L’argentino è uno degli artefici degli otto punti in più in classifica rispetto allo scorso campionato, anche se nelle ultime tre partite non è riuscito a incidere come in passato. Ma è lui che può fare la differenza, spingere la Roma verso la Champions e colmare le lacune che si sono create in attacco: la Joya può giocare da trequartista, da seconda punta, finanche da falso nueve. Il modulo scelto nelle ultime partite, con Dybala e Pellegrini dietro Abraham, sembra quello sul quale insisterà Mourinho nel prosieguo della stagione. Con Belotti e Solbakken (quando sarà pronto e solo in campionato) come alternative. In più il jolly El Shaarawy e l’acerbo Volpato.


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