Dalli a Mourinho che non contiamo più

Leggi il commento sul tecnico della Roma e sugli errori arbitrali
Dalli a Mourinho che non contiamo più© Getty Images
Italo Cucci
5 min

Il politicamente corretto è tornato in campo. Questa forma di razzismo intellettuale è riapparsa in pompa magna nel Caso Mourinho - meglio definirlo il Caso Italia - con le vergini dai candidi manti che con parole e scritti negano la verità di Siviglia-Roma, gli errori arbitrali che in altre pagine, in altri teleprogrammi, i poveri cronisti sportivi hanno correttamente riferito.  

Con una encomiabile comunione d’intenti, senza fini territoriali. Perché ai raffinati critici non basta la giusta condanna dell’aggressione verbale subìta a Budapest dal signor Taylor, abbandonato dai funzionari Uefa come se fosse uno spettatore di Siviglia-Roma, non l’arbitro che ne ha deciso i destini. No, l’imputato stavolta è Mourinho in persona, non un piangina qualunque ma il focoso Prometeo, “incatenato e doloroso, il detestato da tutti gli dèi, perché amò i mortali oltre misura”. In verità, il Mou scatenato contro gli ambigui se non infidi gestori del calcio europeo.  

Il vostro antico cronista - detto anche Mister Amarcord - ha archiviato negli anni i dati di una rilevante - e ritornante - persecuzione arbitrale contro i club italiani. Ma cosa vuole la Roma? S’è montata la testa perché l’hanno affidata alle cure di un Maestro che ha rammentato al popolo giallorosso le imprese di Liedholm e Capello? Eppure esistono allarmanti dossier che documentano il voluttuoso infierire dei fischietti d’Europa contro le squadre Italiane illustri e meschine, in particolare protagoniste di imprese leggendarie. 

Danno ragione alla Roma: ora Taylor rischia uno stop

Arbitri e errori: "Rosetti deve spiegare"

Segnalo, svolazzando nel web, Juve-Nantes (arbitro il portoghese Pinheiro), Lazio-Cluj (l’inglese Pawson), Salisburgo-Roma (l’olandese Higler), Milan-Tottenham (lo svizzero Sharer), Bayern-Inter (lo slovacco Kruzliak), Milan-Chelsea (il tedesco Siebert), Ludogorets-Roma (il recidivo inglese Pawson), Napoli-Ajax (il tedesco Zwayer). 

Arbitri protagonisti di errori - e altri ne potrei citare, tuttavia non gravi come quelli commessi da Taylor in Siviglia-Roma - che mi suggeriscono una perentoria so llecitazione: “La Uefa deve spiegare”. Non solo: “Rosetti deve spiegare”. Scusate, questi inviti li ho copiati sul web, si riferivano a Milan-Chelsea di Champions, giocata l’11 ottobre 2022; e Rosetti - che proprio ieri ho citato su queste pagine - era sollecitato a parlare, “altrimenti sembra quasi che questa serie di errori sia normale, o addirittura che il club rossonero possa dare fastidio a qualcuno”.  

Rosetti, fastidio. Succede almeno da quando il calcio italiano è tornato protagonista vincendo l’Europeo dopo anni di umiliazioni patite dall’Italia Azzurra e sempre aggiudicate a inferiorità tecnica della nostra Nazionale. Perché questo vuole il politicamente corretto e ogni altra eccezione comportamentale può costare l’esilio perpetuo. Come toccò al povero Tavecchio detto “Banana”. Ma torniamo al punto: Rosetti Roberto, ex arbitro italiano, presidente della Commissione Arbitri Uefa, sicuramente voluto da Pierluigi Collina, ex arbitro italiano, presidente della Commissione Arbitrale Fifa. Soccmel! Adesso siamo a posto! - gridarono felici i dirigenti dei club italiani in onore al bolognese Collina (anche se iscritto alla sezione arbitrale di Viareggio) convinti nella loro piccineria di godere futuri vantaggi.  

Non è andata così, e sento i cultori del politically correct esultare per la serietà assoluta dei nostri onorevoli dirigenti al servizio di Infantino e Ceferin; mentre io, che sono cresciuto in altre stagioni, penso che siamo onorevolmente coglioni. Il calcio italiano ha certamente vissuto altre stagioni difficili, a volte punito per i propri errori - vedi il calcioscommesse dell’Ottanta - ma quando un dirigente italiano, già arbitro, il Signor Artemio Franchi, fu eletto presidente dell’Uefa non godemmo di favori ma riacquistammo dignità. E il primo risultato - eclatante quanto onesto - fu colto dall’Italia che sconfisse i potenti del Mondo, Argentina, Brasile e Germania. Poi sapemmo meritare il risultato di un lavoro ineccepibile - e i favori del Destino - per decenni. Posso dire fino al 2002, quando in Oriente Collina diventò il miglior arbitro del Mondo e a noi toccò Moreno. Adesso siamo nelle condizioni di quel detto bolognese che Pierluigi conosce benissimo, “dài a che chén! / dagli a quel cane!”. Dalli a Mourinho. 


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