Roma, allarme infortuni muscolari: Mancini è l’ultimo di 8 casi

Aumentano gli stop, rispetto al 2022 è cresciuta di molto la media: Mourinho cerca soluzioni
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Dall’adduttore di Solbakken all’adduttore di Mancini. C’è una nuova antipatica tendenza nel mondo Roma: otto infortuni muscolari dopo poche settimane di lavoro e appena tre partite giocate. L’anno scorso erano 11 alla fine di un ciclo di 9 partite. La media è praticamente raddoppiata e preoccupa, alle pendici di un ciclo che deve aiutare la squadra a rimettersi in carreggiata. Per di più, invece di colpire i flessori che sono spesso il punto critico dei calciatori, i problemi hanno interessato soprattutto la parte anteriore della coscia, gli adduttori appunto. Segno che c’è qualcosa che non va. E che Mourinho dovrà risolvere il prima possibile, per non ritrovarsi ancora in emergenza.

Roma, assenze pesanti

Solbakken non ha pesato minimamente sul bilancio, perché è stato utilizzato solo una manciata di minuti a Verona prima di essere ceduto all’Olympiacos. Ma gli altri sono nomi della rosa. Nomi importanti. A cominciare da Paulo Dybala, che ha sentito il primo fastidio (adduttore anche lui) il 6 agosto: dopo aver segnato un gol magnifico su punizione nell’amichevole di Tolosa, chiese il cambio per la classica pizzicata sulla coscia. La squalifica ereditata dallo scorso campionato, che lo ha costretto ha saltare la prima contro la Salernitana, ha fatto passare in secondo piano il suo infortunio. Ma Dybala ha dovuto gestirsi con cautela, saltando allenamenti preziosi, per essere disponibile già il 26 agosto a Verona. Risultato: partita grigia e nuova sostituzione per il dolore allo stesso punto, nel momento di maggiore difficoltà per la squadra. Segno di non avvenuta guarigione o comunque di scarsa sicurezza del giocatore. Che ha poi saltato il Milan e rinunciato alla nazionale argentina, proprio per rispettare contemporaneamente se stesso e la Roma. Tornerà, auspicabilmente, domenica contro l’Empoli. Ma se Mourinho non è ancora salito sul tram del campionato, molto dipende dalle difficoltà dei suoi campioni. Non solo Renato Sanches, di cui si conosceva la fragilità e che spera di rientrare a breve: finora i tifosi l’hanno solo intravisto con la Salernitana il 20 agosto.

Roma, il problema di Pellegrini

Prendete il capitano: Pellegrini ha avuto un problema (all’adduttore, ca va sans dire) a Verona, è rimasto a riposo per qualche giorno con la certezza di giocare non più di mezz’ora la sfida del primo settembre contro il Milan. Invece l’infortunio di Aouar (flessori: niente di gravissimo) lo ha obbligato ad alzarsi dalla panchina già nel primo tempo. Non poteva tirarsi indietro ma ha pagato la disponibilità come già altre volte gli era successo: partito per il ritiro della Nazionale, ha dovuto arrendersi alla vigilia del viaggio in Macedonia. Gli è dispiaciuto molto: avrebbe voluto cominciare da protagonista il ciclo Spalletti.

Roma, emergenza in difesa

Ci era riuscito invece Gianluca Mancini, sovente ignorato dall’omonimo che di mestiere faceva il ct azzurro ma subito titolare al debutto della nuova gestione. Purtroppo i muscoli, su un campo infame, hanno tradito proprio lui che tendenzialmente è indistruttibile: contro il Milan, per esempio, aveva giocato con un problema a un polpaccio. Stavolta anche lui si è schiantato contro la maledizione dell’adduttore. E lascia un vuoto non banale nella Roma, che oggi ne valuterà l’entità dell’infortunio: per una squadra che schiera sempre tre difensori centrali, le opzioni sono terminate. Oggi come oggi sono disponibili Smalling, che ancora non è al cento per cento, Llorente che è andato abbastanza male nelle prime tre partite stagionali e N’Dicka che non ha ancora calpestato un campo di Serie A e si è rivisto due giorni fa in nazionale. Il quinto uomo, Kumbulla, è ancora sul lettino del fisioterapista dopo la rottura dal crociato. Delle due l’una: o Mourinho ripristina la difesa a quattro, o ha gli uomini contati.  


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