Fischi, polemiche e cattiverie: così la luce di Lukaku si è spenta

Big Rom, certamente non aiutato dalla squadra, ha giocato la sua peggior partita con la Roma
Dall'inviata a Milano Chiara Zucchelli
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E alla fine Romelu Lukaku non ce l'ha fatta. Dopo una settimana in cui ha dovuto leggere e sentire di tutto, in cui gli hanno dato del "traditore", dell'"infame", dell"ingrato" e del "mercenario", giusto per citare i giudizi più riferibili, Big Rom ha giocato la sua peggior partita in giallorosso. Non che la Roma lo abbia aiutato, perché i palloni giocati sono stati pochi, pochissimi. Ma quei pochi Romelu li ha falliti. Non si è trascinato la squadra sulle spalle come ha fatto nei suoi primi mesi romanisti e, forse, non era neppure giusto chiederglielo. Dovevano essere i compagni a farlo, ma una Roma senza cinque titolari (Smalling, Spinazzola, Renato Sanches, Pellegrini e Dybala) e con due giorni di riposo in meno  in questo momento è una squadra nettamente inferiore rispetto all'Inter. E in campo si è visto. Sempre. Dal primo all'ultimo minuto. In questa settimana, senza turni infrasettimanali, Mourinho e i giocatori smaltiranno tossine fisiche e mentali, prima di sette giorni di fuoco tra Lecce, Praga e derby. Ci sarà bisogno del miglior Lukaku, e forse anche di qualche rientro. Perché la Roma vista a San Siro è stata troppo brutta per essere vera. Lukaku è stato troppo brutto per essere vero. Brutto, in campo, s'intende. Tutto quello che, invece, gli è stato detto a livello personale resterà una macchia. Non certo sua. Non è stato messo nelle condizioni di giocare serenamente, però: i fischietti, i cori, gli striscioni, le voci e le fake news di queste settimane sono state pesantissime. E ad ogni pallone toccato si è visto. Purtroppo per la Roma. E per fortuna dell'Inter, che ha vinto con pieno merito grazie a un gran gol di Thuram. L'uomo che ha sostituito Lukaku.


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