Stepanek svela l'incontro con Mourinho a Praga: "Ci scambiamo i programmi"

Dopo l’appello del tecnico di due settimane fa, l’ex tennista ieri ha ritrovato l’allenatore portoghese
Stepanek svela l'incontro con Mourinho a Praga: "Ci scambiamo i programmi"
Jacopo Aliprandi
4 min

ROMA - Nella sua carriera da tennista Radek Stepanek ha collezionato 23 titoli (tra cui una Coppa Davis), tre in meno (per ora) di José Mourinho. L’amico ritrovato ieri a Praga dopo l’appello lanciato due settimane fa, durante la conferenza pre Slavia Praga della gara d’andata, per avere di nuovo il suo numero di telefono. Accontentato dopo pochi minuti. La “carrambata” è avvenuta ieri, prima della partita di ritorno contro i cechi. Ma già da quando aveva riavuto il contatto, José ha sentito l’ex tennista praticamente tutti i giorni ed entrambi si scambiano i rispettivi programmi di allenamento per confrontarsi. Perché Stepanek è adesso allenatore di Sebastian Korda (qualche anno fa era anche nello staff di Djokovic), promettente tennista di 23 anni e numero 24 nel ranking Atp.

Come è nata la vostra amicizia?
«Come dice José, si è innamorato di me quando mi ha visto vincere la Coppa Davis e ha detto ai giocatori del Real Madrid: “Non ditemi mai che siete stanchi o che dovete guardare Stepanek giocare!». Ci siamo conosciuti a Los Angeles nel 2007, quando il Chelsea era in viaggio negli Stati Uniti e io stavo giocando un torneo nello stesso periodo. Grazie al mio carissimo amico Petr Cech ho potuto assistere agli allenamenti del Chelsea e i ragazzi sono venuti a sostenermi durante le partite. Ci siamo divertiti tantissimo e ho avuto la possibilità di vedere Mourinho all’opera, il che mi ha ispirato e ho capito subito perché i giocatori lo chiamano “Boss” e il suo soprannome è “Special One”. È grandioso».

Ha seguito la carriera di Mourinho e le sue ultime stagioni alla Roma?
«Seguo tutto quello che fa ovunque sia. Da quando si è trasferito alla Roma ha perso il mio contatto, quindi quando ha chiesto il mio numero durante la conferenza stampa è stato originale e sono stato felicissimo di sentire la sua voce in pochi minuti. Sta facendo grandi cose anche alla Roma, in Europa ha dimostrato di essere ancora speciale. Mi auguro possa far bene anche in questo cammino di Europa League».

Poi due settimane fa vi siete finalmente sentiti di nuovo.
«Sì, ed è stato emozionante. Abbiamo parlato della vita, Josè mi ha chiesto se sono un uomo felice, che è la cosa che gli interessa di più. Mi ha chiesto della famiglia e come sta andando la mia vita da allenatore con Sebastian Korda. Si è interessato molto a me e io a lui, ci siamo dati appuntamento a Praga per vederci. È stato un bel momento per entrambi anche questo riavvicinamento telefonico ci sta aiutando anche con il lavoro».

Che tipo di tennista sarebbe Mourinho?
«Da quello che ho avuto modo di sperimentare e di vedere la sua passione per quello che fa, il modo con cui si preoccupa dei suoi giocatori e la sua mentalità vincente, credo che sarebbe un grande tennista, soprattutto se io fossi il suo allenatore».

Finalmente vi siete ritrovati.
«Sì e ne sono entusiasta. Mourinho è una persona vera, e lontano dai riflettori molto diversa da come viene raccontata. È un grande uomo e un grande amico, perché quando ti chiede le cose lo fa perché davvero se ne interessa. Sono entusiasta di averlo rivisto e di aver passato un po’ di tempo con lui».


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