Lukaku ha fame di derby

Il centravanti belga vuole rifarsi dopo la prestazione flop dello scorso novembre offerta contro la Lazio
Lukaku ha fame di derby© BARTOLETTI

ROMA - Ha il numero della paura stampato sulla maglia, il 90, ma anche il curriculum di chi può avvicinarsi a un derby con atteggiamento intrepido. Romelu Lukaku si cimenta con una partita metropolitana per la trentaseiesima volta, la seconda da quando frequenta la Roma, e conta di lasciare un ricordo nitido di sé anche allo stadio Olimpico. Nel precedente in campionato ha vissuto una domenica spenta, stanca, come tutta la squadra che veniva dall’ingiustificabile scoppola di Praga. Stasera, in Coppa Italia, insegue il gol che gli restituisca serenità e sorriso.

Lukaku, leggerezza e ambizione

La sua emozione rispetto al derby è paragonabile a quella di un adolescente che si diverte alla playstation giocando Lazio-Roma. Impegno, determinazione e concentrazioni massimali, evidentemente, ma anche la giusta dose di leggerezza. Lukaku non è il tipo che si lascia influenzare dall’attesa, dalla trepidazione, dalla partecipazione delle tifoserie. Lukaku guarda dritto verso la porta avversaria con l’obiettivo di migliorare i numeri realizzativi. Con i 14 gol segnati nella Roma tra campionato e coppe, è arrivato a -6 da un prestigioso obiettivo: quota 300 reti a livello di club. In assoluto, contando anche la nazionale belga, è già a 377. Difficile trovare altri bomber di questo livello sull’intero pianeta.


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Romelu punta al bis di Coppa

Ha già vissuto da protagonista le rivalità di Londra, Liverpool, Manchester, Birmingham, Milano. Ora punta a trascinare la Roma verso la semifinale di Coppa Italia, nella prospettiva di giocarsi fino all’ultimo almeno un trofeo. Ecco, più che il trono del derby gli interessa l’incoronazione definitiva. All’Olimpico ha festeggiato pochi mesi fa la Coppa con la maglia dell’Inter, sarebbe lieto di ripetere il cerimoniale con la nuova squadra. Perché a 30 anni suonati conosce il passato e intende incendiare il futuro: di fianco a tanti premi individuali come centravanti, Lukaku ha conquistato “solo” 6 titoli in carriera tra Belgio, Inghilterra e Italia. Un po’ poco per un gioiello della sua caratura.


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Lukaku e il futuro incerto

D’altra parte, accettando di rimettersi in gioco nella Roma dopo la rottura con l’Inter e il ripudio del Chelsea, sapeva a cosa andava incontro. Un campionato di rincorsa, sofferto, nel traffico della classifica, e due coppe da outsider. Nessuno gli ha ordinato di vincere subito, anche se il mentore Mourinho a lui chiede proprio il salto di qualità offensivo che era mancato nella scorsa stagione. E’ proprio Lukaku a non volere perdere tempo. Avendo firmato fino a giugno, come prevede il trasferimento in prestito, non può che cogliere l’attimo. Per poi ragionare su un futuro che in primis gli offre l’ultima grande occasione di divertirsi all’Europeo con il Belgio e che poi gli riserverà un’altra avventura professionale. Potrebbe anche essere alla Roma, in caso di piazzamento in Champions League. Ma se pure così non fosse, non ci sarebbero rancori: era nelle cose. L’importante, come si dice, è vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo. E Big Rom ha imparato da un paio di stagioni a non fare più calcoli. Anche per questo ha cambiato spesso squadra: se non lo trattano da re, non può essere se stesso. Non può essere.


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ROMA - Ha il numero della paura stampato sulla maglia, il 90, ma anche il curriculum di chi può avvicinarsi a un derby con atteggiamento intrepido. Romelu Lukaku si cimenta con una partita metropolitana per la trentaseiesima volta, la seconda da quando frequenta la Roma, e conta di lasciare un ricordo nitido di sé anche allo stadio Olimpico. Nel precedente in campionato ha vissuto una domenica spenta, stanca, come tutta la squadra che veniva dall’ingiustificabile scoppola di Praga. Stasera, in Coppa Italia, insegue il gol che gli restituisca serenità e sorriso.

Lukaku, leggerezza e ambizione

La sua emozione rispetto al derby è paragonabile a quella di un adolescente che si diverte alla playstation giocando Lazio-Roma. Impegno, determinazione e concentrazioni massimali, evidentemente, ma anche la giusta dose di leggerezza. Lukaku non è il tipo che si lascia influenzare dall’attesa, dalla trepidazione, dalla partecipazione delle tifoserie. Lukaku guarda dritto verso la porta avversaria con l’obiettivo di migliorare i numeri realizzativi. Con i 14 gol segnati nella Roma tra campionato e coppe, è arrivato a -6 da un prestigioso obiettivo: quota 300 reti a livello di club. In assoluto, contando anche la nazionale belga, è già a 377. Difficile trovare altri bomber di questo livello sull’intero pianeta.


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