Roma, è crisi Hummels: pronto l'addio a fine stagione

Troppe distrazioni in campo, un rendimento mai costante, gli stimoli non sono al top e la vita privata lo fa riflettere: a giugno il tedesco non rinnoverà
Jacopo Aliprandi

Dieci partite per cercare di dirsi addio nel migliore dei modi. O quantomeno per non peggiorare le cose. Ma di fatto si è conclusa giovedì sera la storia tra la Roma e Mats Hummels, con quell’errore che ai giallorossi - complici Turpin e la sala Var - è costato l’Europa League, il sogno di poter arrivare nuovamente in finale e stavolta di alzare il trofeo. Niente da fare, quel pallone perso dopo undici minuti con un passaggio tanto fiacco quanto impreciso è costato tutto il lavoro svolto dalla Roma nella partita d’andata, quella che Hummels per scelta di Ranieri aveva visto soltanto da spettatore. L’infortunio di Celik ha stravolto i piani del tecnico per la sfida a San Mamés, così ecco quella nuova opportunità per il tedesco di fare la differenza con la sua qualità e l’esperienza internazionale che ha contraddistinto la sua carriera tra club e nazionale. Meno di un anno fa era titolare in quel Borussia Dortmund che sfidava il Real Madrid nella finale di Champions: mai nessuno allora avrebbe pensato che Mats fosse in grado di commettere un errore del genere.

Hummels, un ricordo lontano

Un problema di atteggiamento, quello non certo ben visto da Juric che non aveva mai impiegato il tedesco durante la sua gestione se non per ventitré minuti contro la Fiorentina. Ingresso in campo e autogol sfortunato. Ranieri lo ha rilanciato, Mats in principio ha risposto presente, ansioso di giocare e di mostrare il vero Hummels, salvo poi cadere in disattenzioni, errori e quella mancanza di fame che invece è stata la grande forza di una squadra che ha saputo rialzarsi con Ranieri fino ad arrivare al settimo posto in campionato e agli ottavi di Europa League. Il monumento è caduto e il leader tedesco, quello che ha avuto bisogno di una vacanza, quello che ha collezionato otto panchine di fila senza entrare nelle ultime dodici partite, appare ormai il ricordo di un giocatore che adesso sembra a tratti aver staccato la spina sul calcio giocato ad alti livelli.


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Hummels-Roma, è addio

Che sia una questione di stimoli, che sia una questione di età (lo scorso dicembre ha spento 36 candeline), che sia una questione legata alla vita privata lo può sapere soltanto lui. Sta di fatto che Hummels e la Roma a giugno si diranno addio dopo una stagione deludente. Il contratto non sarà rinnovato, i dubbi che aveva sempre espresso il tedesco sul suo futuro adesso sono gli stessi di una società che non è più convinta di confermare un uomo spogliatoio con uno stipendio importante e dal rendimento non esaltante. Storia di un ammore finito, e probabilmente mai scoppiato del tutto. Le parti senza rancore si saluteranno e procederanno su due strade diverse.

Le ultime dieci della Roma e di Hummels

Hummels dopo la gara col Bilbao si è scusato sui social (e pure il suo utilizzo di Instagram ha fatto abbastanza discutere), la tifoseria sembra essersi stancata e adesso vedremo quando e quanto Ranieri deciderà di impiegarlo in queste ultime dieci partite stagionali. Dieci finali, sei di queste saranno big match: il vero Hummels le giocherebbe tutte, quello visto in giallorosso probabilmente le vivrà dalla panchina prima di svuotare l’armadietto del Fulvio Bernardini e viversi la Capitale esclusivamente da turista.


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Dieci partite per cercare di dirsi addio nel migliore dei modi. O quantomeno per non peggiorare le cose. Ma di fatto si è conclusa giovedì sera la storia tra la Roma e Mats Hummels, con quell’errore che ai giallorossi - complici Turpin e la sala Var - è costato l’Europa League, il sogno di poter arrivare nuovamente in finale e stavolta di alzare il trofeo. Niente da fare, quel pallone perso dopo undici minuti con un passaggio tanto fiacco quanto impreciso è costato tutto il lavoro svolto dalla Roma nella partita d’andata, quella che Hummels per scelta di Ranieri aveva visto soltanto da spettatore. L’infortunio di Celik ha stravolto i piani del tecnico per la sfida a San Mamés, così ecco quella nuova opportunità per il tedesco di fare la differenza con la sua qualità e l’esperienza internazionale che ha contraddistinto la sua carriera tra club e nazionale. Meno di un anno fa era titolare in quel Borussia Dortmund che sfidava il Real Madrid nella finale di Champions: mai nessuno allora avrebbe pensato che Mats fosse in grado di commettere un errore del genere.

Hummels, un ricordo lontano

Un problema di atteggiamento, quello non certo ben visto da Juric che non aveva mai impiegato il tedesco durante la sua gestione se non per ventitré minuti contro la Fiorentina. Ingresso in campo e autogol sfortunato. Ranieri lo ha rilanciato, Mats in principio ha risposto presente, ansioso di giocare e di mostrare il vero Hummels, salvo poi cadere in disattenzioni, errori e quella mancanza di fame che invece è stata la grande forza di una squadra che ha saputo rialzarsi con Ranieri fino ad arrivare al settimo posto in campionato e agli ottavi di Europa League. Il monumento è caduto e il leader tedesco, quello che ha avuto bisogno di una vacanza, quello che ha collezionato otto panchine di fila senza entrare nelle ultime dodici partite, appare ormai il ricordo di un giocatore che adesso sembra a tratti aver staccato la spina sul calcio giocato ad alti livelli.


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