Retroscena Dovbyk, cosa è successo a Trigoria dopo i due rigori sbagliati e il piano di Gasperini

Il tecnico giallorosso lavora sul centravanti ucraino: l'ex Girona sta migliorando e i segnali dopo i rigori sbagliati con il Lille sono incoraggianti
Jacopo Aliprandi

ROMA Gassperini crede ciecamente di poter recuperare al cento per cento Artem Dovbyk. Detto “mister 42 milioni”, “The Machine, come lo chiamavano in Spagna, il gigante buono, il soprannome qui in Italia. Troppo buono, a tal punto che adesso nell’ambiente è diventata una critica per il suo atteggiamento molle in campo. Quello visto al momento dei due rigori sbagliati contro il Lilla, quello che invece è cambiato nella partita di domenica scorsa contro la Fiorentina. Un primo segnale di trasformazione del carattere, della mentalità, dello stile di gioco che chiede Gasperini da lui. E lo ha detto chiaramente nell’intervista di ieri rilasciata a questo giornale: «Recupero assolutamente Dovbyk, mi dispiace che sia partito per la nazionale. Lo vedo in crescita, in crescita fisica, è la cosa più importante perché lui è un giocatore essenzialmente di forza, sia per struttura sia per caratteristiche tecniche, e per rendere deve stare molto bene. Vorrei portarlo a una condizione ottimale, alla convinzione di riuscire a far valere i suoi mezzi. Lavoriamo in quella direzione. A Firenze ha fatto bene. Bisogna trasmettergli grande fiducia e senso di appartenenza, deve sapere che la squadra è con lui».


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Dovbyk e il lavoro di Gasp

Insomma, l’obiettivo numero uno di Gasperini è recuperare il suo bomber per aumentare la potenza offensiva della Roma. I primi segnali del lavoro che sta portando avanti con Dovbyk sono evidenti e incoraggianti. Il recupero parte dal lavoro in campo a Trigoria. Lo staff del tecnico sta battendo molto sul piano atletico, vogliono tutti riportarlo a una condizione fisica ottimale rendendo quel colosso più scattante e dinamico, capace sia di tenere palla e fare a sportellate, sia di muoversi con agilità nello stretto. Il lavoro fisico va di pari passo con quello mentale. Dopo il doppio rigore sbagliato nessuno tra staff e squadra ha parlato dei due errori, né ha criticato l’ucraino. Anzi, tutti lo stanno incoraggiando per renderlo sempre più partecipe, in campo e fuori. E i segnali sono confortanti, basti pensare che ieri ha detto: «Mi dispiace non aver tirato anche il terzo, quello avrei segnato. Ma al di là degli errori, sto crescendo e fisicamente sto molto meglio». Tatticamente Gasp sta cercando di dargli maggiore supporto lavorando tanto con gli esterni per garantire al centravanti più palle giocabili all’interno dell’area, come accaduto ad esempio contro il Verona (gol di Dovbyk) e con la Fiorentina (l’assist dell’ucraino per Soulé). E poi chiedendo alla squadra maggiore profondità e più fantasia: Soulé e Dybala hanno le chiavi del reparto e dovranno essere in grado di supportare l’ucraino per concedergli più palle gol.

Dovbyk titolare con l'Inter. E Ferguson?

Sarà Dovbyk a scendere in campo da titolare contro l’Inter, Gasp si aspetta altri segnali incoraggianti in una partita non certo semplice ma tanto importante. E Ferguson? Mai menzionato dal tecnico nell’intervista al Corriere dello Sport, ha bisogno di crescere e lavorare sodo per entrare meglio nei meccanismi di squadra. Gasp non lo ha bocciato, ma vuole da lui un maggiore coinvolgimento.


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ROMA Gassperini crede ciecamente di poter recuperare al cento per cento Artem Dovbyk. Detto “mister 42 milioni”, “The Machine, come lo chiamavano in Spagna, il gigante buono, il soprannome qui in Italia. Troppo buono, a tal punto che adesso nell’ambiente è diventata una critica per il suo atteggiamento molle in campo. Quello visto al momento dei due rigori sbagliati contro il Lilla, quello che invece è cambiato nella partita di domenica scorsa contro la Fiorentina. Un primo segnale di trasformazione del carattere, della mentalità, dello stile di gioco che chiede Gasperini da lui. E lo ha detto chiaramente nell’intervista di ieri rilasciata a questo giornale: «Recupero assolutamente Dovbyk, mi dispiace che sia partito per la nazionale. Lo vedo in crescita, in crescita fisica, è la cosa più importante perché lui è un giocatore essenzialmente di forza, sia per struttura sia per caratteristiche tecniche, e per rendere deve stare molto bene. Vorrei portarlo a una condizione ottimale, alla convinzione di riuscire a far valere i suoi mezzi. Lavoriamo in quella direzione. A Firenze ha fatto bene. Bisogna trasmettergli grande fiducia e senso di appartenenza, deve sapere che la squadra è con lui».


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