Dybala, fondamentale nella Roma
Fatto sta che ieri Paulo ha lavorato sodo al Fulvio Bernardini nonostante il giorno di riposo concesso da Mourinho alla squadra. Non se l’è sentita di stare a casa, in un momento davvero particolare per la squadra: sente la responsabilità che ha per questo gruppo e il peso della sua assenza. Specialmente in questo ultimo mese. Contro la Fiorentina ha segnato, poi è uscito e la Roma si è fermata. Contro la Cremonese, in coppa, è stato costretto a entrare per cambiare la gara; il caso più eclatante contro la Lazio: Roma sparita dal campo dopo la sua sostituzione all’intervallo. Una dipendenza, più che una medicina, ma inevitabile. Del resto solo lui (aspettando il vero Pellegrini) è in grado di costruire il gioco, fare da collante tra centrocampo e attacco, dare quella qualità e fantasia al reparto offensivo.
Dybala, il lavoro
Così eccolo a Trigoria lavorare no-stop, ma anche nel suo garage di casa. O meglio, quello che prima era il garage e che ha trasformato in una palestra di primo livello. Macchinari e attrezzi da squadra top in una sala dotata di ogni necessità per l’allenamento. Quasi sempre la condivide con Paredes, a volte anche con Azmoun. I due argentini hanno messo su uno staff di alto profilo che, in sinergia con il lavoro della Roma, cerca di metterli nelle migliori condi zioni per lavorare. Hanno preso lo stesso fisioterapista-osteopata di Lorenzo Pellegrini e con loro lavora anche un fisioterapista e preparatore di Barcellona che conosce Paredes da tempo perché collaborava anche con altri giocatori argentini. Dybala non vuole lasciale nulla al caso: senza strafare cerca la migliore gestione del suo corpo che a volte lo tradisce.