Sta pensando di cedere il club?
«Quando si scrive “Iervolino vattene” ci si dimentica che non sono un politico al quale si può sottrarre la fiducia. Sono il proprietario. La Salernitana è dei tifosi con il cuore, certamente, ma si tratta di una società privata. Se qualcosa si fosse incrinato e mancasse la fiducia che penso di meritare, è chiaro che trarrei delle conclusioni».
Non esclude un passo indietro?
«Tutte le aziende sono sempre trasferibili. Se il calore della piazza è ancora genuino, avrò linfa vitale. Ma non farò un progetto senza l’amore della tifoseria».
Accusa i tifosi di ingratitudine?
«Ho salvato la Salernitana mentre rischiava di essere cancellata dal campionato, qualcuno lo dimentica. Sono l’unico presidente del club ad aver fatto tre anni di Serie A, quello che ha managerizzato la società, che fa attività sociali, che ha investito di più nel centro sportivo e nel vivaio e che ci ha messo più soldi. La tifoseria è fantastica, ma esiste una sacca, anche se piccola, di odiatori, gufi e bugiardi che mirano a destabilizzare l’ambiente».
Quanto ha investito in questi tre anni?
«Settantacinque milioni di soldi miei. Dieci per acquistarla, gli altri per stabilizzare la Salernitana in A. E da qui a fine campionato ne metterò altri 10».
Non è un budget da piccola.
«Sono abituato a lanciare il cuore oltre l’ostacolo. Ritornare in Serie B per me non era una possibilità eppure sta capitando. Non per questo però dobbiamo buttare tutto all’aria».