Grassadonia shock: figlia aggredita a Salerno con spinte e calci

Atto intimidatorio nei confronti del tecnico degli abruzzesi, ultimo ostacolo dei campani verso la promozione in Serie A. Lo sfogo della moglie e il comunicato solidale di Salernitana e Pescara
Grassadonia shock: figlia aggredita a Salerno con spinte e calci© LAPRESSE
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L'ultimo ostacolo della Salernitana verso la promozione in Serie A è il Pescara di Gianluca Grassadonia, nato a Salerno e con un passato in granata sia da tecnico che da calciatore. A poche ore dal match, in programma domani, lunedì 10 maggio, allo stadio Adriatico alle ore 14, dei fatti incresciosi hanno coinvolto la figlia 18enne dell'allenatore degli abruzzesi, aggredita come forma di intimidazione in vista della sfida che per i campani potrebbe valere la promozione nella massima Serie (la Salernitana ha disputato in sole due occasioni la Serie A: 1947-48 e 1998-99).

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La denuncia della moglie di Grassadonia

A denunciare l'accaduto è stata la moglie di Grassadonia, Annabella Castagna, che attraverso un post su Facebook ha espresso tutto il proprio sdegno: "Dopo cinque giorni di minacce e insulti dirette alla nostra famiglia, la follia consumatasi questa sera è intollerabile. Nostra figlia, appena diciottenne, è stata minacciata e aggredita con spintoni e calci affinché il papà capisca.... Tutto questo per una partita di calcio. Ci auguriamo che questi criminali, ben lontani dall'essere tifosi, vengano identificati al più presto, anche perché questa è la prima volta in cui il bersaglio della violenza è stato un componente della nostra famiglia. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno mostrato solidarietà in queste ore così tristi e concitate, ma ci sembra chiaro, ora più che mai, che la nostra vita continuerà lontano da Salerno. Ci auguriamo che civiltà e rispetto possano divenire prerogativa di tutti".

Salernitana e Pescara al fianco della famiglia Grassadonia: le note dei club

La Salernitana ha emanato un comunicato schierandosi al sostegno della famiglia Grassadonia e condannando i fatti accaduti: "L’U.S. Salernitana 1919 stigmatizza e condanna i comportamenti intimidatori ed offensivi messi in atto in queste ore da qualcuno nei confronti dei familiari dell’allenatore del Pescara Calcio, il signor Gianluca Grassadonia. Una partita di calcio, pur se importante e decisiva, resta tale e non può scatenare simili manifestazioni di violenza verbale. Tutto deve restare nell’ambito della vicenda sportiva e sul rettangolo di gioco. Purtroppo, questa è anche la conseguenza di un clima costruito ad arte per generare odio da personaggi di basso calibro che puntualmente pubblicano sul web false notizie. Ci risulta, infatti, da fonti certe che il signor Grassadonia nella sua conferenza stampa non abbia mai fatto alcun riferimento alla Salernitana né parlato della gara in programma lunedì. Purtroppo, mentre l’U.S. Salernitana 1919 compie il suo massimo sforzo per provare a raggiungere uno storico obiettivo e regalare un’immensa gioia ai suoi tifosi c’è ancora chi infanga il nome del club e della città con manovre subdole ispirate da interessi meramente personali". Il Pescara, invece, sul proprio sito internet fa sapere che "il tecnico biancazzurro non rilasceraàalcuna intervista o svolgerà conferenza stampa pre partita in vista della gara, ma garantirà come sempre la propria professionalità cercando di preparare al meglio la partita. La Delfino Pescara 1936 oltre a porgere il messaggio di solidarietà al proprio tecnico, si è subito prodigata affinchè la famiglia Grassadonia raggiunga al più presto Pescara per garantire quella serenità purtroppo venuta meno nella loro citta' di origine".

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Ulivieri prende posizione: "Violenza accoppiata alla stupidità"

Sulla vicenda è anche intervenuto il presidente dell'Assoallenatori Renzo Ulivieri: "Non c'è nessuna ragione che giustifichi la violenza, se fatta per una partita di calcio poi è la fine del mondo. In questo caso la violenza è accoppiata alla stupidità. Il movimento calcistico è vicino a Grassadonia, come tutti gli allenatori. È successo già per il figlio di Pirlo, ormai si fanno delle cose che non sono umane. Credo che non c'entri nulla che sia un allenatore o meno, stiamo parlando di una violenza generalizzata che in questo caso va a realizzarsi nei confronti di una ragazza di 18 anni. È frutto di una cultura dilagante, alla testa della quale ci sono anche dei politici con le loro dichiarazioni. Gli errori si fanno ma ci sono categorie che non possono sbagliare", ha concluso Ulivieri.


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