Bari, il piano di Luigi De Laurentiis per il rilancio futuro: i dettagli

L'amarezza per la Serie A sfumata alla fine non cambia i programmi: la società ripartirà dalla citta e dai suoi tifosi
Bari, il piano di Luigi De Laurentiis per il rilancio futuro: i dettagli© FOTO MOSCA
Tullio Calzone
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DALL'INVIATO A BARI - Delusi ma grati. L’istantanea dell’amarezza palpabile mista a incredulità del popolo di Bari l’altra sera all’Astronave resterà impressa per sempre nella mente. Un sogno infranto dal guizzo di Pavoletti che non credeva ai suoi occhi per quel regalo confezionato all‘ultimo assalto del Cagliari ordinato da Ranieri. Ma l’enorme dispiacere non ha impedito ai tifosi di applaudire, con gratitudine appunto, una squadra neopromossa, guidata da un tecnico debuttante eppure capace di costruire l’enorme opportunità di riportare il Bari in A. In 60 mila, forse anche più, hanno vissuto la gioia per un traguardo inimmaginabile che in un attimo si trasforma in disperazione. Ma questo è il calcio, bellezza! Se poi sbagli tanto e persino il destino ti è evidentemente avverso (l’incrocio dei pali di Folorunsho a una manciata di minuti dalla fine è un segno inequivocabile), non puoi che rassegnarti alla realtà. Gridano vendetta le tante occasioni fallite alla Domus Arena da Cheddira, ma anche gli errori di Benedetti e Ricci nella gara di ritorno. Episodi che avrebbero potuto far piegare le gambe a un Cagliari che anche al San Nicola ha prodotto sforzi enormi, ma si è concesso pause pericolose che il Bari non è stato capace di sfruttare a proprio vantaggio. Amen.

Bari, la ripartenza

Il Bari resta in Serie B e dovrà resettare un progetto che in cinque anni ha prodotto due promozioni e ne ha sfiorata un’altra clamorosa e impensabile solo pochi mesi fa a 14 anni di distanza dal successo di Antonio Conte, ottenuto, però, con un altro organico e costruito nel tempo. Adesso serve lucidità e capacità di analisi. Per capire dove si è sbagliato e cosa migliorare o correggere. Senza, tuttavia, buttare a mare le tantissime cose positive fatte in questa stagione avvincente che ha fatto brillare ovunque in giro per l’Italia i colori biancorossi e riacceso l’amore per il calcio di una città unica. E una solida base di partenza c’è. Quella passione ritrovata della gente barese, tornata a identificarsi con gioia nello spirito dei Galletti che in passato ha alimentato progetti ambiziosi e stagioni memorabili in Serie A. Ma i fallimenti di tantissime grandi società, Bari compreso, sono sotto gli occhi di tutti. Ceneri fumanti su cui Luigi De Laurentiis ha ricostruito anche il Bari dalla Serie D alle soglie della Serie A. Anche di recente chi avrebbe immaginato che società economicamente forti o di grandissima tradizione potessero sprofondare in C? E come dimenticare che fondi sovrani arabi o statunitensi sono a capo di società in città con tradizioni sportive enormi con disponibilità finanziarie illimitate? Tanto per citare un esempio eloquente: il Genoa, a cui il Bari ha a lungo conteso il secondo posto e la promozione diretta sino a poche giornate dalla fine della stagione regolare, ha potuto pagare ingaggi per 3 0.943.955 euro, oltre tre volte in più del club pugliese che pure ha speso quasi 10 milioni di euro.

Bari, il futuro è adesso

Insomma, il futuro è adesso anche per il Bari che dovrà rilanciare un progetto partendo dal capitale sociale che la società ha saputo ricostruire con pazienza laboriosa e competenze evidenti. È mancato un briciolo di fortuna che a volte indirizza tutto. Archiviata la sconfitta, serviranno idee chiare dal punto di vista tecnico. L’allenatore del miracolo barese Michele Mignani ha un altro anno di contratto, ma è ovvio che voglia riflettere perché certe delusioni svuotano. L’altra sera era distrutto dall’esito della battaglia con il veterano Ranieri, messo in difficoltà costantemente nella finale d’andata e premiato da lguizzo di Pavoletti. Perdere contro di lui amplifica ancora di più i meriti di questo Bari. Mignani nei prossimi giorni incontrerà i dirigenti e il patron. La squadra è da rifondare, tra calciatori in scadenza (Antenucci), prestiti (Esposito, Benedetti, Benali, Folorunsho), indecisi (Di Cesare a scadenza nel 2024) e giovani già attenzionati dal mercato (Cheddira, Dorval, Caprile, Morachioli). Il ds Polito è stato un mago a compattare un gruppo che sulla carta è lontano anni luce da tante antagoniste rimaste addirittura fuori dal perimetro playoff. Ma pensare che ripetere una stagione così sia un automatismo scontato, sarebbe il peggiore degli errori possibili. Che De Laurentiis certamente non commetterà!


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