
Un anno di purgatorio può bastare. E a Sassuolo nessuno s’è fatto scrupoli quando s’è ritrovato a far festa direttamente dal divano alla centralissima piazza Garibaldi. Lì dove il tifo neroverde s’era dato appuntamento la sera prima, fiducioso che in un modo o nell’altro dalla vicina Mantova sarebbero giunte le notizie desiderate. Che poi a rispedire in A gli emiliani sia stato l’uomo meno atteso, questo è tutto un altro discorso: Tommaso Maggioni la massima serie non l’ha mai conosciuta e mai aveva segnato due reti nella stessa partita. C’è sempre una prima volta: lo sapevano bene anche a Sassuolo, che da ieri sentono di aver “adottato” il difensore goleador per il gentile regalo ricevuto.
Carnevali: "Non era scontato tornare in A"
Il ritorno in A è arrivato nel modo più inatteso, senza una partita alla quale assistere dagli spalti, ma con i luoghi più cari al tifo organizzato trasformati in un pezzo di curva (vedi il Temple Bar) prima della festa serale. Esplosa spontanea e gioiosa, con la squadra al gran completo osannata nella piazza cittadina invasa da sciarpe e bandiere, oltre che dalle immancabili maglie celebrative (pronte da settimane: il rischio che potessero restare chiuse negli scatoloni ormai era piuttosto basso). E sono stati per primi il presidente Carlo Rossi e l’AD Giovanni Carnevali a voler rendere omaggio all’impresa. «Non era scontato tornare in A, figurarsi con così largo anticipo. Il grande lavoro svolto dalla proprietà, in primis da Marco e Veronica Squinzi, è stato ripagato dai risultati. Un grazie va al diesse Francesco Palmieri, al mister Fabio Grosso e al suo staff, così come alla squadra e ai tifosi che c’hanno sempre sostenuto con passione». Il primo pensiero è andato soprattutto a Giorgio Squinzi: «Lui e sua moglie Adriana stanno certamente festeggiando insieme a tutti noi».
Sassuolo, annata da record
Il club emiliano ha rilanciato sui social una grafica social celebrativa e anche un po’ ironica, con la scritta “Avevate dubbi?” rivolta a coloro che dubitavano di assistere a una cavalcata tanto travolgente. Il Sassuolo ha dovuto faticare un mese prima di fare letteralmente il vuoto: i 5 punti raccolti nelle prime 4 giornate avevano fatto storcere il naso a più d’uno, poi Grosso ha raccolto i frutti del lavoro estivo e non c’è stata più storia. Il ritorno in pianta stabile di Berardi ha reso le cose ancora più semplici: dopo 33 giornate i neroverdi viaggiano alla media di 2,27 punti a partita, appena superiore a quella con la quale il Benevento di Inzaghi nel 2019-20 conquistò la promozione in A col record di punti (fu di 2,26: solo l’Ascoli 1977-78 di punti ne avrebbe fatti 87, alla media di 2,28, contando tre punti a vittoria anziché due). Da qui a fine stagione i ragazzi di Grosso avranno altri record da inseguire: quello dei punti totali (87: potrebbero arrivare a 90), delle vittorie in una singola stagione (26: quella di Modena è stata la numero 23), delle reti segnate (77: ne bastano 4 per eguagliare il primato del Milan 1982-83) e molti altri ancora. Prima però c’è spazio solo per la festa.